Sono molti gli esperti militari e di politica internazionale che guardano con estrema preoccupazione a ciò che accadrà nel corso del 2023 alla Corea del Nord. A far preoccupare è in particolare un test riguardante un missile nucleare che Kim Jong-un, storico leader/dittatore della nord Corea, ha già annunciato con un pomposo discorso di inizio anno in una riunione plenaria del Partito dei lavoratori, promettendo di “sviluppare un nuovo sistema di missili balistici intercontinentali, la cui missione principale sarà un rapido contrattacco nucleare”. Dopo un 2022 caratterizzato da un numero di lanci record da parte di Pyongyang, la situazione non dovrebbe migliorare nel corso dell’anno lanciato, anzi, potrebbe ulteriormente peggiorare. Del resto Kim Jong-un è convinto che l’occidente, a cominciare dagli Stati Uniti, stia opprimendo la sua nazione, e come reazione continua a dare vita a test, lanciando razzi spesso e volentieri più per provocazione ma anche per dimostrate le potenzialità del suo imponente arsenale, arricchito a marzo del primo missile balistico intercontinentale.
La Corea del Nord punta ad un “aumento esponenziale” delle armi nucleari e lo “sviluppo di più missili balistici”, ha spiegato ancora il leader, oltre all’annuncio da parte dell’agenzia di stampa statale Kcna, di lanciare “il prima possibile” il primo satellite “spia” da ricognizione militare. Secondo il quotidiano inglese The Independent, che oggi dedica ampio spazio alla vicenda, si tratta di una vera e propria “quiete prima della tempesta”, e il 2023 potrebbe rappresentare una vera e propria corsa agli armamenti per la Nord Corea che rischia di far vacillare una situazione mondiale già ampiamente compromessa dallo scoppio della guerra in Ucraina. La ferita aperta da 70 anni fra Corea del Nord e Corea del Sud, che Kim ha definito “indiscutibile nemico”, potrebbe registrare un’escalation da un momento all’altro: “La situazione attuale – ha aggiunto lo stesso leader coreano – richiede che il nostro Paese raddoppi gli sforzi per rafforzare il potere militare al fine di garantire pienamente la sovranità, la sicurezza e i nostri interessi fondamentali in risposta alle inquietanti manovre militari degli Stati Uniti e di altre forze ostili”.
COREA DEL NORD, LONTANA LA STRETTA DI MANO DEL 2018…
E pensare che solo 5 anni fa i due rispettivi presidenti si scambiavano una stretta di mano nella zona demilitarizzata, mentre ora Kim parla dei vicini come di una nazione “completamente nel raggio d’azione” degli attacchi nucleari nordcoreani. A complicare ulteriormente la questione, il fatto che Corea del Sud e Stati Uniti hanno dato vita a esercitazioni militari congiunte dalla scorsa estate, e ciò non hanno fatto che ulteriormente aizzare Pyongyang.
E così che il 2023 è iniziato con il lancio di quattro missili a corto raggio nel Mar del Giappone e l’incursione nello spazio aereo del sud di cinque droni della Corea del Nord, cosa mai accaduta negli ultimi 5 anni. In ogni caso, proprio la presenza degli Stati Uniti, potrebbe garantire la pace in quella zona del mondo, così come dichiarato da Barbara Kelemen di Dragonfly all’Independent: “Nonostante l’Asia orientale sia destinata a un’escalation delle tensioni regionali quest’anno, non ci saranno conflitti militari su vasta scala tra le due Coree poiché gli Stati Uniti, che detengono il controllo delle operazioni di guerra di Seoul, si asterrebbero dall’aumentare qualsiasi rischio per la sicurezza”.