Arriva – per mezzo di fonti ufficiali di Seul citate da diversi media italiani – la notizia della distruzione da parte della Corea del Nord di due tra le principali strade di collegamento tra le belligeranti coree in una sorta di apice della politica isolazionista di Pyongyang che da decenni teme un attacco armato da parte dell’avversario con cui condivide la divisa penisola; mentre dal conto suo Seul fa sapere di aver risposto alle esplosioni organizzate de Kim Jong Un con un non meglio precisato “fuoco di risposta” che non parrebbe aver causato alcun ferimento o decesso.



Facendo un passetto indietro, i rapporti tra Corea del Nord e del Sud sono da sempre estremamente tesi, sostenuti da un patto di non belligeranza firmato dai due leader nel 1953 che diede fine alla famosa guerra coreana durata per circa tra anni dopo l’invasione del territorio di Seul da parte dell’allora esercito comunista nordcoreano: nella realtà, pur senza un effettivo conflitto aperto, le due potenze continuano da decenni a guardarsi vicendevolmente con sospetto nel timore che si torni a combattere da un momento all’altro.



Cosa succede tra Corea del Nord e Sud: le minacce di Pyongyang e la politica isolazionista

Dal 1953 ad oggi – di fatto – la Corea del Nord e quella del Sud hanno rispettato l’armistizio, ma dal 2022 a questa parte il clima si è progressivamente deteriorato soprattutto in relazione agli accordi militari siglati da Seul con gli States e il Giappone e all’elezione del conservatore Yoon Suk Yeol che ha dato il via ad una ferma politica separatista e ad una serie di esercitazioni militari che si tengono regolarmente sul confine nordcoreano: solamente la scorsa settimana Kim ha minacciato nuovamente l’uso dell’atomica, sottolineando la capacità del suo esercito di colpire senza difficoltà Seul in qualsiasi momento.



La recente distruzione delle strade da parte della Corea del Nord sembra essere – in questo contesto belligerante – il coronamento ultimo della strategia del leader nordcoreano che da mesi ha avviato una vera e propria campagna di smantellamento di tutte le possibili vie di accesso al suo territorio: inizialmente sono stati rimossi i lampioni stradali, poi si è passati alla distruzione di tutte le traversine ferroviarie ed – infine – il confine è stato disseminato di mine e barriere; il tutto al fine di impedire ogni movimento di terra da parte di mezzi e soldati sudcoreani.