Corea del Nord, il rifiuto da parte di Kim Jong Un sull’apertura nei confronti di una possibilità di riunificazione aumenta la minaccia nei confronti di Seoul e la possibilità di un conflitto imminente, soprattutto dopo gli accordi raggiunti con la Russia in merito alla fornitura di armi nucleari, missili balistici e lanciarazzi. Il primo segnale evidente, lanciato dal dittatore nordcoreano, era stato l’eliminazione del monumento dedicato proprio alla riunificazione: l’arco in cemento che rappresentava due donne protese l’una verso l’altra in segno di unione, che era stato definito dal leader come “Un pugno in un occhio“. Precedentemente erano arrivate anche dichiarazioni da parte di Kim Jong Un sull’impossibilità di portare avanti il progetto.
Annunciando alla stampa: “Credo che sia un errore che non dovremmo più fare il considerare le persone che ci dichiarano come il ‘principale nemico‘ come qualcuno con cui cercare la riconciliazione e l’unificazione“. Confermando quindi una crisi tra le due parti. Il Financial Times ha anche riportato una nota scritta, pubblicata per commentare la situazione, dal diplomatico statunitense Robert Carlin, nella quale il veterano conferma che la mossa del governo nordcoreano confermerebbe l’intenzione di entrare in conflitto.
Corea del Nord, Kim Jong Un nega qualsiasi prospettiva di riunificazione pacifica e riapre le ostilità con Seoul
La Corea del Nord ha negato la possibilità di una riunificazione con il Sud, dopo vari segnali mostrati da Kim Jong Un nel contrastare qualsiasi forma di accordo, la possibilità di una guerra si fa sempre più concreta. Gli analisti internazionali hanno commentato le mosse strategiche, sottolineando che si tratta di chiari segnali di crisi, arrivati specialmente dopo l’accordo tra Kim e Putin per la fornitura di nuove armi. L’ex militare americano ed esperto di strategia Robert Carlin ha confermato al Financial Times che si tratta della peggiore minaccia dagli anni 50. Per molto tempo infatti si prospettava una escalation negli attriti storici tra le due parti, ed ora i segnali sono molto chiari.
Specialmente dopo la dichiarazione del leader nordcoreano dello scorso 16 gennaio che ha evidenziato le ostilità: “La relazione Nord-Sud non è più una relazione di parentela o di omogeneità, ma un rapporto tra due Paesi ostili, un rapporto completo tra due belligeranti. di due belligeranti in piena guerra“. Non solo escludendo qualsiasi prospettiva di dialogo pacifico, ma minacciando l’uso delle armi nucleari se fosse necessario per riconquistare quello che ritiene essere territorio della sua nazione.