COREA DEL NORD ROMPE IL SILENZIO SUL CASO TRAVIS KING: “HA DISERTATO PERCHÈ MALTRATTATO DA USA”

Dopo che lo scorso 3 agosto la Corea del Nord aveva confermato di aver arrestato il militare Usa Travis King, colpevole di aver disertato e di aver varcato il confine nordcoreano senza permesso, sul soldato americano era calata la consueta coltre di “censura” da parte del regime comunista di Kim Jong-un. Fino ad oggi: la Corea del Nord infatti esce allo scoperto e sciorina la propria versione dei fatti tramute l’agenzia di Stato Kcna (da prendere sempre come le “molle” in quanto l’organo principale della propaganda di Kim).



«King ha confessato di aver deciso di trasferirsi in Corea del Nord poiché nutriva rancore contro i maltrattamenti disumani e la discriminazione razziale all’interno dell’esercito degli Stati Uniti»: così la Nord Corea conferma la messa sotto indagine del militare che ha disertato lanciando però allo stesso tempo nuove accuse contro i nemici americani. Sempre dalla agenzia di regime si scopre che Travis King «ha anche espresso la sua disponibilità a cercare rifugio nella Corea del Nord o in un paese terzo, dicendo di essere deluso dalla società americana ineguale».



LA DIPLOMAZIA ONU LAVORA PER IL RITORNO DEL SOLDATO USA IN PATRIA

Fin da qualche giorno dopo l’arresto avvenuto il 18 luglio, il comando Onu che sovrintende la tregua alla guerra di Corea ormai da decenni, sta trattando attivamente con i rappresentanti della Corea del Nord per la liberazione e il rientro a casa del soldato disertato . «Trattatelo in modo umano», è l’appello angosciato lanciato dalla madre Claudine Gates alle autorità di Pyongyang.

«È una mamma preoccupata per suo figlio e sarebbe grata di ricevere una sua telefonata. Si è messa in contatto con l’esercito questa sera e apprezza la dichiarazione (del Dipartimento della Difesa, ndr) che rimane concentrata sul riportare Travis a casa», ha poi fatto sapere il portavoce della famiglia Jonathan Franks. Secondo Lim Eul-chul, professore di studi nordcoreani alla Kyungnam University di Changwon (Sud Corea), la Corea del Nord «metterà in evidenza il razzismo negli Stati Uniti e lo utilizzerà come mezzo per contrastare le critiche degli Stati Uniti sulla situazione dei diritti umani della Corea del Nord, piuttosto che impegnarsi in negoziati con Washington». Non dovrebbe dunque essere un “caso” il fatto che il comunicato sulla vicenda Travis King arrivi il giorno prima del vertice del Consiglio di Sicurezza Onu voluto da Biden proprio per discutere delle violazioni dei diritti umani in Nord Corea. Resta comunque l’alone di mistero attorno alla diserzione presunta del soldato che era richiamato in patria dopo diversi provvedimenti disciplinari – nel 2022 è stato anche detenuto due mesi in Sud Corea per un pugno sferrato a un coreano in un night di Seul – e che non si è presentato in aeroporto il 18 luglio scorso, ottenendo invece un pass per il tour alla base Onu al confine con la Corea del Nord.