La Corea del Sud, secondo quanto racconta il quotidiano francese Le Croix, sta piano piano diventando uno dei principali esportatori di armi nel mondo. Un successo commerciale in larga parte dovuto alla guerra in Ucraina, che ha causato una generale corsa agli armamenti in tutto il mondo, tra la volontà di fornirle a Kiev per resistere all’assalto russo, e la necessità di mantenere sempre alti i livelli di scorta per la difesa interna.



Attualmente, grazie soprattutto al boom dovuto alla guerra in Ucraina, la Corea del Sud è riuscita a guadagnarsi un giro d’affari di armi, nel solo export, dal valore di 16 miliardi di euro. In altri termini, si tratta del settimo esportatore al mondo, sotto a Stati Uniti, Russia, Francia, Cina, Germania ed Italia, con il sorpasso del Regno Unito, ora ottavo. Tra le nazioni che attingono maggiormente alle armi esportate dalla Corea del Sud spicca in particolare la Polonia, che lo scorso anno ha piazzato ordini per un totale di 12 miliardi di euro, stipulando un contratto di fornitura a più riprese definito storico.



La Corea del Sud, le armi e la guerra in Ucraina

La ragione per cui ci si affida, internazionalmente, sempre di più alle armi della Corea del Sud è semplice e logica ed è dovuta principalmente al loro prezzo vantaggioso. Infatti, i costi sono abbondantemente minori di quelli offerti dai concorrenti, mentre la qualità generale degli armamenti raggiunge livelli identici. Inoltre, il governo di Seul coopera personalmente con esercito e impresa per rendere il più possibile avanzate le fabbriche.

Insomma, la Corea del Sud può vantare armi all’avanguardia ed economiche, che nel contesto della guerra in Ucraina (ed ora in Medio Oriente) fanno gola a molti attori internazionali. Inoltre, Seul ha saputo sfruttare quello che era a tutti gli effetti un vantaggio importante, vendendo armamenti ai partner europei e concedendogli la possibilità di inviarli a Kiev. Una strategia che ha permesso alla Corea del Sud di fare affari, anche importanti come quello polacco, e rifornire di armi l’Ucraina, pur senza esporsi per sostenerla apertamente con il rischio di compromettere i rapporti con Vladimir Putin.