Le nuove generazioni sembrano essere sempre più attanagliate da quello che su più fronti è stato definito ‘male oscuro’. Stiamo parlando della depressione. Ed è soprattutto in Corea del Sud che un recente rapporto dell’assicurazione sanitaria pubblicato in ottobre , come riporta La Croix, dimostrerebbe come il numero di giovani depressi coreani sia in aumento. L’incremento registrato sarebbe pari a + 32% in 5 anni, e tutti i giovani colpiti dalla patologia sarebbero sottoposti a trattamento antidepressivo.



L’aumento constatato sembrerebbe colpire principalmente le persone tra i 20 e i 30 anni, e in particolare di sesso femminile. Secondo il ministro della salute, Kwon Deok-cheol, il Covid avrebbe avuto un impatto notevole su questo trend, ma non sarebbe l’unica causa. “Ciò non ha fatto altro che accentuare gli effetti di problemi preesistenti come la pressione scolastica, le difficoltà economiche e la disoccupazione.” Tutti questi, tra loro sommati, sarebbero dunque da ritenere i fattori scatenanti di una società fatta di giovani depressi.



GIOVANI DEPRESSI COREANI E ‘IL BIGLIETTO D’ORO’

Su La Croix viene riportata la testimonianza di una ragazza, Lee Mirae, emblema dello stato d’animo che affligge buona parte del mondo dei giovani d’oggi. È bastato il mancato superamento del test d’ingresso all’università a farla sprofondare nella depressione, afflitta oltre che dal ‘fallimento’ dell’obiettivo anche dal giudizio che la società avrebbe potuto imprimere su di lei. Paralizzata, Lee Mirae non poteva più studiare serenamente. La studentessa ha così deciso di consultare uno psichiatra. Grazie al suo trattamento, ha potuto ripetere l’esame ed è stata ammessa a un’università prestigiosa.



Quella descritta è una situazione comune tra le nuove generazioni della Corea del Sud, alla perenne ricerca di un lavoro in aziende di spicco. Nel linguaggio coreano è d’uso parlare di ‘biglietto d’oro’ per intendere la continua ricerca di prestigio e successo sociale. E tutto questo a fronte di un tasso di disoccupazione in Corea del Sud pari a solo il 6%. Eppure l’insoddisfazione tra le giovani generazioni è sempre più crescente sul territorio. La corsa all’eccellenza ha finito per avere effetti negativi.

NECESSARIO IMPLEMENTARE IL SERVIZIO SANITARIO PSICHIATRICO IN COREA DEL SUD

Ad incrementare lo stato di disagio psicologico è spesso anche la difficoltà a trovare uno psichiatra in Corea del Sud. I dati parlano infatti di meno di un medico psichiatra ogni 10.000 abitanti, uno dei peggiori rapporti tra i paesi dell’OCSE. Il problema della salute mentale resta quindi ancora elevato.

Il Ministro della salute sudcoreano ha così commentato la questione: “Il ministero della salute sta affrontando seriamente il problema. Stiamo lavorando per agevolare l’accesso ai servizi psichiatrici, purtroppo le nostre risorse sono limitate, dobbiamo fare affidamento su associazioni“. Se si sta considerando un aumento del budget, secondo il ministero, l’obiettivo principale è la prevenzione e l’incoraggiamento a cercare assistenza. La Corea del Sud, d’altronde, è il 12° paese con il tasso di suicidi più elevato al mondo. Occorre quindi intervenire quanto prima sulla problematica.