Corinne Clery, in una intervista a Specchio, ha svelato alcuni retroscena su uno dei suoi film di maggiore successo, Histoire d’O. “Avevo 23 anni, ero fotomodella, avevo un figlio di 6 anni e stavo per sposarmi. Il mio agente mi parlò di questa produzione importante che mi avrebbe cambiato la vita, che sarei diventata una star. Gli dissi ‘non voglio’ e ho continuato a dire no per due mesi. Questi mi telefonavano 40 volte, finché non cedetti”, ha ricordato.



Il successo arrivò dunque quasi per caso. Affinché accettasse quel ruolo, infatti, dovettero convincerla. “Mi invitarono a Parigi, tre giorni spesata di tutto: volevo comprarmi un paio di scarpe in centro e invece mi tennero a parlare sei ore del film. Poi suonò Carlo Ponti col contratto già firmato con un’altra attrice. Mi avevano fatto nascondere in uno sgabuzzino e sentivo i discorsi. Andò su tutte le furie quando gli dissero che volevano me per quella parte”, ha raccontato. La donna in questione era Dalila Di Lazzaro. “Eravamo anche amiche e non sapevo che le avessero fatto la proposta. Non mi ha più parlato. Poi però ci siamo riviste”.



Corinne Clery: “Dissi no per mesi a Histoire d’O”. Le critiche

Corinne Clery ha ammesso che Histoire d’O le ha donato non soltanto un immenso successo, ma anche qualche critica. Il suo ruolo infatti era quello della donna schiavizzata. “Per come sono fatta è impossibile che mi si dia uno schiaffo, mentre nel film moralmente ero un oggetto. Sono stata anche attaccata dalle femministe, ci sono stati vari dibattiti sul tema. Ma io sono tutt’altro che così e lì lavoravo”, ha ribadito.

Infine, un ricordo del rapporto con Adriano Celentano, conosciuto sul set di Bluff, storia di truffe e di imbroglioni. “Effettivamente mi fece la corte, ma in modo gentile e delicato, tanto che si trasformò in una grande amicizia. Ero anche molto amica di Claudia Mori ed ero sposata a mia volta”.