Tagliato uno striscione di solidarietà e coesione. L’emergenza Coronavirus ha creato e sta creando panico e gesti anche irrazionali ma, diciamolo, anche unione: ne sono una prova i vari flash mob organizzati di balcone in balcone o, banalmente, gli innumerevoli messaggi di solidarietà che arrivano costantemente a medici e operatori sanitari che si stanno facendo in quattro per arginare la pandemia e curare i tantissimi positivi. Purtroppo, come denunciato dal sindaco di Sarnico (Giorgio Bertazzoli) e dal Club Amici dell’Atalanta dello stesso comune, ci sono anche atteggiamenti stupidi e assolutamente da condannare. Lasciamo che a parlare sia il primo cittadino di Sarnico: “Stanotte è stato tagliato lo striscione fatto dal Club Amici dell’Atalanta di Sarnico” (intitolato all’ex capitano bergamasco Giampaolo Bellini). Un fatto assurdo, perché il messaggio recitava “Divisi sugli spalti, uniti nel dolore”: un chiaro segnale di come la grande rivalità tra Atalanta e Brescia dovesse essere messa da parte per essere insieme nella battaglia al Coronavirus. Evidentemente, qualcuno non la pensava allo stesso modo: qualcuno che pensa che invece sia più importante maturare astio e opposizione anche in un momento come questo. “Vergogna”, ha scritto in maiuscolo il sindaco Bertazzoli, riferendosi a questi ignoti.
CORONAVIRUS, TAGLIATO LO STRISCIONE A SARNICO
In merito allo striscione tagliato e fatto a pazzi, va detto che era stato messo in un punto strategico: sul ponte tra Sarnico e Paratico, ovvero nel punto che di fatto divide le province di Bergamo e Brescia. “Qualche ‘fenomeno’ aveva fatto pressioni perché non fosse messo” ha poi riportato il Club Amici dell’Atalanta, come si legge sulla Gazzetta dello Sport; il sindaco di Sarnico ha voluto anche applaudire i tanti bresciani e bergamaschi che “in questo momento resistono e soffrono insieme, lo sport deve sempre unire”. Atalanta e Brescia sono rivali da sempre: in tal senso l’episodio celebre resterà sempre quello della folle corsa sotto la curva avversaria di Carlo Mazzone che, all’epoca allenatore delle rondinelle, sotto 3-1 nel derby aveva promesso ai tifosi che lo insultavano costantemente che in caso di pareggio si sarebbe presentato sotto il loro settore. Detto fatto: al 3-3 il tecnico romano era partito come una furia per poi essere espulso dall’arbitro Pierluigi Collina. Immagine passata alla storia: non è destinato a tanto il taglio dello striscione, se non come esempio dell’inciviltà che purtroppo è ancora in grado di farla da padrone.