Il calcio ai tempi del Coronavirus, verrebbe da titolare. È innegabile che l’avvento sul suolo nazionale del Covid-19 abbia rivoluzionato non soltanto lo stile di vita degli italiani, ma anche la ciclicità della manifestazioni sportive, con particolare riferimento al campionato di Serie A, con i calciatori, i dirigenti e il personale tecnico delle società che hanno ricevuto un documento contenente 21 regole da osservare per prevenire il contagio ed evitare la diffusione del virus. Si parte da quelle più scontate, che sarebbe buona norma applicare sempre, come non bere dalla stessa bottiglietta o borraccia (sostituendole con bicchieri monouso o con bottigliette personalizzate), evitare di consumare alimenti all’interno degli spogliatoi, lavarsi accuratamente le mani il più spesso possibile per almeno 20 secondi e poi, dopo averle sciacquate accuratamente, asciugarle con una salvietta monouso, ed evitare, nell’utilizzo di servizi igienici comuni, di toccare il rubinetto prima e dopo essersi lavati le mani, ma utilizzare una salvietta monouso per l’apertura e la chiusura dello stesso. È bene, inoltre, non toccarsi gli occhi, il naso o la bocca con le mani non lavate e gettare subito negli appositi contenitori i fazzolettini di carta o altri materiali come cerotti o bende.
CORONAVIRUS: 21 REGOLE PER I CALCIATORI DI SERIE A. COSA FARE AI PRIMI SINTOMI?
Gli atleti che manifestino sintomi evidenti di infezione respiratoria e/o febbre devono immediatamente abbandonare il resto della squadra, isolarsi e avvisare il medico sociale nelle squadre professionistiche o il responsabile medico della federazione nei raduni federali, che provvederà eventualmente a rivolgersi al 112 o al numero 1500 del Ministero della Salute operativo 24 ore su 24, senza recarsi al Pronto Soccorso. In tutte le altre categorie, il calciatore deve rivolgersi telefonicamente al proprio medico curante. Altre regole? Coprirsi la bocca e il naso con un fazzoletto o con il braccio, ma non con la mano, qualora si tossisca o starnutisca; arieggiare tutti i locali il più spesso possibile; favorire l’uso di dispenser automatici con adeguate soluzioni detergenti disinfettanti, sia negli spogliatoi, sia nei servizi igienici; riporre oggetti e indumenti personali nelle proprie borse, evitando di lasciarli esposti negli spogliatoi o in ceste comuni; disinfettare periodicamente tavoli, panche, sedie, attaccapanni, pavimenti, rubinetti, maniglie, docce e servizi igienici con soluzioni disinfettanti a base di candeggina o cloro, solventi, etanolo al 75%, acido paracetico e cloroformio; in caso di attività sportiva in vasca, richiedere un costante monitoraggio dei parametri chimici (cloro o altre soluzioni disinfettanti) e dei parametri fisici (fra cui il pH o la temperatura, che influisce sul livello di clorazione); fare il più rapidamente possibile il vaccino anti-influenzale, in modo da rendere più semplice la diagnosi e la gestione dei casi sospetti. Da monitorare la sintomatologia gastro-intestinale (non necessariamente tipica); informarsi se ci sono stati eventuali contatti in prima persona o all’interno del proprio ambito familiare con persone rientrate da zone a rischio o in quarantena,
CORONAVIRUS: 21 REGOLE PER I CALCIATORI DI SERIE A. NIENTE CONTATTI CON I TIFOSI
Vi sono ancora altre regole alle quali i calciatori di Serie A devono attenersi per prevenire il contagio. Fra queste, spiccano: evitare premiazioni o altre forme di contatto con il pubblico, uscire dallo stadio in bus della squadra o su auto privata rifuggendo il contatto fisico con tifosi, utilizzare un unico microfono nelle interviste da disinfettare ogni volta (quindi non vari microfoni tenuti in mano dal giornalista). È buona norma, poi, utilizzare la visita medico-sportiva quale fondamentale strumento di screening e, in caso di raduni nazionali o di manifestazioni di circuito internazionale autorizzate anche all’estero, prevedere sempre la presenza di un medico federale che possa valutare clinicamente, a livello preventivo, tutti i partecipanti, identificando eventuali soggetti a rischio e adottando le più idonee misure di isolamento, seguendo adeguate procedure gestionali secondo gli indirizzi del Ministero della Salute. In ultimo, con riferimento ai medici sociali e, in particolare, a quelli delle squadre professionistiche o degli atleti professionisti e comunque di tutte quelle società i cui tesserati svolgono attività a livello internazionale, monitorare con attenzione i Paesi verso cui si è diretti o da cui si rientra, secondo le indicazioni del Ministero della Salute.