Coronavirus, detenuti scarcerati per alleggerire la pressione sulle carceri: 5 mila braccialetti elettronici a disposizione per il controllo dei criminali ammessi alla detenzione domiciliare. A renderlo noto è il dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, l’attuazione del decreto Cura Italia: dei 5 mila braccialetti, 920 apparecchi sono stati resi disponibili già alla data della firma del documento, ovvero venerdì scorso. Il Dap ha poi evidenziato nella nota: «Il Dipartimento costante monitoraggio delle esigenze conseguenti all’adozione dei provvedimenti resi dall’Autorità giudiziaria», ed il decreto interdipartimentale, nelle sue premesse, indica che «dovrà essere periodicamente aggiornato, in relazione all’eventuale disponibilità di ulteriori strumenti di controllo». E, a venti giorni dalle rivolte nelle carceri – bilancio di 13 morti e 35 milioni di euro di danni – è stata raggiunta l’intesa: come spiega Repubblica, agli arresti domiciliari andrà chi deve scontare un anno, mentre il braccialetto elettronico sarà predisposto per chi ha davanti 18 mesi da scontare.
CORONAVIRUS, DETENUTI SCARCERATI: 5 MILA BRACCIALETTI ELETTRONICI A DISPOSIZIONE
Come riporta Libero, negli ultimi due decenni sono stati spesi più di 170 milioni di euro per le cavigliere elettroniche, ma ne sono state attivate appena 2 mila. Rita Bernardini del Partito Radicale ha spiegato: «La vera colpevolezza è che, nel frattempo, per anni, tantissimi detenuti non sono potuti uscire dal carcere nonostante ne avessero diritto perchè mancavano i braccialetti». E adesso non ci sono giudici liberi: «Ieri un ragazzo che era ai domiciliari si è sentito la febbre ha informato il commissariato che lo segue ed è andato in farmacia per prendersi un medicinale. Lo hanno fermato e lo hanno portato in carcere». Ricordiamo che al momento – aggiunge Libero – il bilancio è di 13 morti e di 17 detenuti risultati positivi al coronavirs, ma non è da escludere che il numero possa salire esponenzialmente.