Bergamo è una città messa in ginocchio da Coronavirus, incapace quasi a contare i propri morti. E così arrivano i camion dell’Esercito con il compito di portare via le bare – circa una sessantina – dal cimitero della città ai forni crematori di altre Regioni d’Italia. Una immagine che ci porteremo dietro e che resterà indelebile nella mente di chi assiste inerme alle conseguenze di questa infausta emergenza sanitaria in atto. A commentare quell’immagine, postandola sulla sua pagina Instagram, è stato Beppe Fiorello. L’attore ha commentato in modo critico: “Camion militari per portare le bare dei morti e ancora si canta sui balconi, si fanno battutone spiritose su questa tragedia epocale, si fanno Happening sui social, Dobbiamo fare tre giorni di lutto nazionale, rispetto per i morti e le loro famiglie, social si ma senza fare festa”, ha tuonato. E c’è chi è dalla parte dell’attore: “Purtroppo qui a Treviglio (Bergamo) ci sono circa 6/7 funerali al giorno. L’altro giorno sono morti due mariti delle colleghe di mia moglie, uno è intubato, mio cognato è positivo ma sembra stia meglio. Qui è una guerra Beppe, chiediamo preghiere. Grazie”. E di fronte ad un vero e proprio bollettino di guerra, sono molti a chiedere silenzio e rispetto. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
PAPU GOMEZ “GENTE MUORE E…”
È cambiato tutto a Bergamo nel giro di due settimane a causa del Coronavirus. Prima la gioia per le vittorie dell’Atalanta in Champions League, ora la paura per gli effetti della diffusione del Coronavirus. Il video dei camion dell’Esercito che trasportano bare, una lunga processione di morte, fa male e spazza via quell’euforia. Ora c’è solo dolore e morte. Se ne trova anche nella rabbia di Papu Gomez, che sui social ha pubblicato l’immagine di quei mezzi militari lasciandosi andare ad un duro sfogo contro chi ancora non rispetta le restrizioni imposte dal governo. «A tutti i runners o finti runners che vogliono ancora uscire ed allenarsi, restate a casa porca put**na», si legge nella storia pubblicata su Instagram dall’attaccante dell’Atalanta. E quindi prosegue: «Che caz*o avete in testa. Basta, basta, basta. Ogni mattina ci svegliamo con brutte notizie, la gente muore, ancora non vi rendete conto? Tutti a casa, nessuno deve uscire». (agg. di Silvana Palazzo)
BARE DI BERGAMO PORTATE VIA DA CAMION ESERCITO
Sono immagini drammatiche, dolorose e francamente difficili da commentare quelle arrivate in queste ore da Bergamo, dove l’Esercito, impiegando i suoi mezzi, ha preso in carico all’incirca 60 bare, contenenti persone decedute a causa del Coronavirus, per trasportarle dal cimitero della città orobica verso forni crematori di altre regioni e di altri Comuni, resisi disponibili ad accoglierle al fine di consentire al forno crematorio della località lombarda di svolgere al meglio il proprio operato e alleggerire l’elenco dei feretri in attesa di cremazione, temporaneamente ospitati all’interno delle chiese locali. Un gesto di fratellanza e di solidarietà del quale si sono resi protagonisti non soltanto i militari, anch’essi in prima linea da giorni ormai nella lotta contro il Covid-19, ma anche i sindaci e le amministrazioni comunali di diverse realtà del Piemonte e dell’Emilia-Romagna, fra cui figurano Acqui Terme, Domodossola, Modena, Parma e Piacenza, che il primo cittadino bergamasco, Giorgio Gori, ha voluto ringraziare personalmente con una missiva.
CORONAVIRUS BERGAMO, GESTIONE DEFUNTI DIFFICOLTOSA
“In un momento tragico la Vostra collaborazione e vicinanza è encomiabile”, scrive Giorgio Gori in coda alle lettere indirizzate ai suoi omologhi delle città che sono venute in soccorso alla realtà lombarda, pesantemente flagellata dal Coronavirus. In ogni caso, non appena i defunti saranno stati cremati, le ceneri torneranno a Bergamo e, da lì, ai rispettivi luoghi d’origine o di provenienza delle persone che non ce l’hanno fatta. Il supporto offerto da altre località d’Italia è stato fondamentale per Bergamo, che nelle ultime giornate non era letteralmente più in grado di gestire la situazione connessa al numero crescente dei decessi, in particolar modo sotto un profilo meramente logistico: non si sapeva più dove sistemare le bare. “Il forno crematorio di Bergamo – hanno dichiarato dal Comune al quotidiano ‘Il Giorno’ – , lavorando a pieno regime, 24 ore su 24, può cremare al massimo 25 defunti. È chiaro che non si poteva reggere a lungo davanti ai numeri registrati nei giorni scorsi”.