Se, come scritto in data odierna da “Il Corriere della Sera”, il Coronavirus a Milano e in Lombardia ha iniziato a circolare sin dal 26 gennaio scorso, contagiando 1.200 persone prima di raggiungere il cosiddetto paziente 1 di Codogno, non può che crescere ora la paura per l’inizio della Fase 2, che prevede l’allentamento di alcune misure restrittive e un graduale abbandono del lockdown. Il quotidiano, infatti, evidenzia che ci troviamo agli albori di una condizione assai simile a quella di gennaio per termini numerici e molto dipenderà da quanto il servizio sanitario avrà appreso durante questa prima ondata di pandemia ma, soprattutto, dagli strumenti di cui disporrà per identificare e isolare quanto più rapidamente possibile i nuovi pazienti positivi al Covid-19. Fondamentale, a tal proposito, è e sarà conoscere e studiare quali siano state le dinamiche dell’evoluzione epidemica in quella che, di fatto, è stata la sua fase sconosciuta, nella quale ha avvolto l’Italia per un mese circa senza che nessuno se ne accorgesse. (aggiornamento di Alessandro Nidi)



CORONAVIRUS A MILANO E IN LOMBARDIA DA GENNAIO: 1200 CASI PRIMA DEL PAZIENTE 1

A gennaio vi erano già 1200 persone in Lombardia che avevano contratto il Coronavirus, di queste, 160 nella sola città di Milano e provincia. Una ventina di giorni prima della scoperta del famoso paziente 1 di Codogno, datata 21 febbraio, il Covid-19 stava già circolando indisturbato al Nord-Italia, scambiato per polmonite o come coda dell’influenza stagionale. A rendere noti questi dati, decisamente preoccupanti, è stato stamane il Corriere della Sera, citando la task force sanitaria della Regione Lombardia. La data che viene indicata come probabile per quanto riguarda il primo infetto in Italia da coronavirus, è il 26 gennaio. È infatti altamente probabile che esattamente tre mesi fa vi fossero a Milano già 46 casi, per un totale di 543 in tutta la Lombardia. I dati sarebbero stati ricavati dai pazienti trovati poi positivi da febbraio, che attraverso la loro testimonianza avrebbero fornito i propri spostamenti, i contatti avuti, i sintomi, ecc ecc.



CORONAVIRUS A MILANO E IN LOMBARDIA DA GENNAIO: LA RICOSTRUZIONE DELL’EPIDEMIA

Il virus, tramite questa ricostruzione basata su modelli medici, matematici e scientifici, ha iniziato quindi a circolare a gennaio, quando la nostra nazione si stava concentrando sulla chiusura degli aeroporti, stoppando i passeggeri provenienti dalla Cina. Mentre le autorità si schieravano ai confini, il virus era già entrato nel nostro Paese, a cominciare dai 46 di cui sopra. Da quel gruppo l’infezione si è iniziata a propagare in maniera preoccupante, con 9 casi il 12 febbraio, 13 il 15, altri 10 il 18, e infine, 35 il 20 febbraio, il giorno prima della famosa data del paziente 1 lodigiano. Per quanto riguarda la data del 26 gennaio, considerata come il giorno 0, il Corriere della Sera parla di un’indicazione non precisa, ma frutto anche in questo caso della ricostruzione dei pazienti: come dire, oltre quella data non vi sarebbero stati casi sospetti di Coronavirus. Solamente 4 giorni prima Wuhan era entrata in quarantena, e quattro giorni dopo in Lombardia vi erano già 543 persone infette a loro insaputa. Il 30 gennaio l’Italia bloccò i voli dalla Cina e da quel momento il Covid-19 non entròpiù nel nostro Paese tramite aerei.

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