NEW YORK – Venerdì 2 maggio è iniziato uno sciopero che secondo i promotori sarà il più grande da un secolo a questa parte. Non che ci voglia tanto, perché qua gli scioperi non vanno proprio, sono una rarità. Bisogna andare a spulciare i libri di storia per rintracciarli: minatori e costruttori di ferrovie alla fine dell’800, ancora minatori nel 1946 per rivendicare condizioni di lavoro minimamente umane. Poi davvero poco o niente. Per chi ha vissuto prima una “vita italiana” e poi una “vita americana”, lo sciopero è una di quelle cose a cui ti disabitui rapidamente e molto lietamente.
Purtroppo però oggi c’è poco da ridere. Oggi è tempo di coronavirus e dove arriva il virus c’è pianto, stridor di denti e morte. Ora anche scioperi. Questo virus è un po’ come il peccato mortale: se anche troveremo un battesimo-vaccino per sconfiggere la bestia, le sue conseguenze continueranno ad affliggerci chissà per quanto tempo.
Lo sciopero più grande del secolo, “pensato” a New York City, ma che sta facendosi strada in tutte le maggiori città del paese, è quello degli affittuari. Come faccio a pagare l’affitto se non ho più un lavoro? Ci pensino i padroni del vapore, cioè i padroni dello stabile, e se non loro, ci pensi lo Stato, ci pensi il nostro governatore Cuomo a mettere una pezza, perché noi i soldi non li abbiamo.
Secondo uno studio appena sfornato da una di quelle organizzazioni che nessuno sa bene come facciano ad esistere (ma esistono), il 44% degli affittuari newyorkesi già da questo mese non è più in grado di pagare il canone mensile. Non si parla di quattro gatti: a New York City la metà degli inquilini, la metà di “tutti” paga pigione e in questa città quelli che hanno perso il lavoro sono già un milione e 600mila! Lo sciopero è sempre un chiaro sintomo di tensione sociale, e l’avanzata della povertà che sembra incombere su una grossa fetta della popolazione non lascia presagire nulla di buono.
Il governatore, pressato anche da esponenti del suo stesso partito come la giovane, battagliera e corrosiva Alexandria Ocasio-Cortez (parlamentare emergente della truppa Democratica), già più volte ha glissato sulla questione. Se altri governatori riaprono – ha fatto capire – è perché non hanno il budget che ha lo Stato di New York, sempre più con l’acqua alla gola. In questi tempi Cuomo sta dimostrando una leadership che pochi gli riconoscevano, ma deve necessariamente fare i conti con le strutture ed il fattore umano di uno Stato che l’emergenza coronavirus sta stremando fisicamente, psicologicamente e finanziariamente.
Vedremo come andrà a finire. Se gli affittuari non pagano, i proprietari denunciano, ed a quel punto sarà l’autorità giudiziaria ad essere chiamata a disegnare nuovi criteri di “giustizia” per uno scenario che è uncharted territory, terra incognita per tutti.
Sara la riscoperta di cosa significhi bene comune?