NEW YORK –– E dire che l’estate scorsa ho scritto un libro su di lei, da fedele utente quotidiano e quasi innamorato… la New York City subway, la metropolitana della Big Apple, questo enorme serpente sotterraneo. Pochi mesi, ma il libro sarebbe da riscrivere daccapo perché in questo strano nuovo mondo che il coronavirus ha ridisegnato la subway ha totalmente cambiato volto. Le cronache metropolitane che ho condiviso sono storie di un universo che non c’è più e chissà se tornerà mai. Come tante altre cose. Immaginatevi un mezzo di trasporto che ogni santo giorno muove milioni di passeggeri, animato, addirittura frenetico, caotico, sempre affollato night and day, a volte puzzolente, assordante, colorato da musicanti ed artisti vari – alcuni magici ed altri da strapazzo – predicatori, venditori e homeless, barboni. Un mondo sottoterra. Ecco, da questa immagine togliete tutto, lasciateci solo gli homeless, i barboni. Da quando anche New York ha cominciato a prendere seriamente la pandemia, la popolazione della subway è crollata del 92%. 36 line e 472 stazioni, scale mobile, ascensori, corridoi, negozi, botteghe varie tutto pressoché deserto, dalle decrepite stazioni degli angoli più remoti dei cinque Boroughs alle splendide cattedrali dell’Oculus e Hudson Yards. Una specie di Roma alla fine del VI secolo.



La subway di New York è sempre stato uno dei posti più sporchi del mondo, ma è sempre stato anche il compagno fidato di commute, di pendolarismo, un compagno stressante ed eccitante allo stesso tempo. Sporco, ma affidabile. Un compagno irrinunciabile. Beh, ora non più perché i luoghi affollati, quelli dove ci si respira in faccia e dove le mani si attaccano a quel che capita per evitare di tombolare in terra ad ogni strappo e sobbalzo del treno, non vanno più di moda. Non è certo la metropolitana il posto più adatto a praticare il social distancing. Così oggi più che mai la subway è diventata il focolare domestico per tante anime perse senza casa e senza famiglia. Un luogo dove trascorrere la notte, ben più sicuro di quegli shelters dove fino a due mesi fa il pericolo più serio era di essere derubati di quel poco che si aveva. Oggi si rischia seriamente di morire di coronavirus.



E nemmeno i 60mila homeless di New York vogliono morire. Ma a nessun cosiddetto essere civile aggrada il pensiero che i barboni siano i nuovi inquilini stabili ed esclusivi della vita notturna sulle carrozze della metropolitana. Per questa ragione il sindaco di Blasio e il governatore Cuomo hanno deciso che da mercoledì tutti i treni si fermeranno dall’una di notte alle cinque di mattina. La New York City subway, quel serpente che non si ferma mai, si fermerà: fuori tutti e pulizia drastica e accurata di tutte le carrozze, le quasi 7mila carrozze.

E gli homeless? Shelters ed hotels, nessuno a dormire in subway. È emergenza anche per i 60mila senzatetto della nostra città, che in questo mondo di saracinesche chiuse non sanno neanche più dove trovare qualcosa da mangiare.



In qualche modo comincia il tentativo di rianimare la vita di questa città che sembra essersi spenta come le luci dei suoi grattacieli. Prove di risveglio.

Non sarà facile.

God Bless America!

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