Le trame si propagano dalle diverse cancellerie ma nell’aria, dopo lo scontro totale della scorsa settimana in Consiglio Ue, sembra esser stato trovato un flebile accordo all’interno dell’Eurozona per far fronte agli aiuti concreti agli Stati più colpiti dal coronavirus (Italia, Spagna e Francia su tutti). Dopo le dure parole riferite dal Premier Conte su Olanda e Paesi del Nord e dopo che a più riprese lo scontro si era cristallizzato tra Germania (e Nord) contro Italia (e Sud) sull’utilizzo di Mes o coronabond, forse un accordo sarebbe stato trovato. Ne dà notizia stamane il retroscena di Dagospia, che riprende anche altri scenari paventati sugli editoriali di mezza stampa europea: «Un intervento combinato di MES e BEI, la Banca Europea per gli Investimenti. La bozza prevede l’utilizzo dell’ex Fondo Salva-Stati senza condizionalità nuove ma con obiettivi mirati e limitati a sanità, ricostruzione e investimenti in determinati settori».



Questo rivela Dagonews e su questo si starebbero muovendo contemporaneamente capi di Stato, tecnici, Ministri e funzionari dell’Europa intera. Un grande caos generato da una pandemia che non si arresta e che però ha scoperto il lato già debole dell’Ue, ovvero la mancanza di unità: crollata l’economia, è difficile trovare qualcosa (o qualcuno) che faccia rinascere uno spirito di condivisione come mostrato invece dai padri dell’Europa.



ACCORDO EUROZONA, NIENTE CORONAROND?

Ebbene, secondo questo potenziale accordo tra i Paesi Ue prevede delle specifiche condizionali come la cancellazione della “troika” (come invece avvenuto in Grecia anni fa) come elemento di imposizione (e ricatto) su riforme e tagli obbligati da fare. «Questo non avverrà. Ma i tedeschi vogliono riattivare le ”vecchie” condizioni del patto di stabilità il prima possibile, appena sarà passata l’emergenza, quindi qualche vincolo ai nostri conti prima o poi tornerà», spiega ancora Dagospia. Se da un lato la Bce si era detta disposta all’utilizzo degli eurobond, su invito anche dall’ex Presidente Draghi, non così favorevole (per non dire un eufemismo) si era invece schierata la n.1 della Commissione Europea Von der Leyen, condizionata dal parere negativo di Angela Merkel. Ma quindi ora come si sarebbe sbloccata la partita? Secondo Dagospia sono tre le figure centrali, tutte italiane: David Sassoli (Presidente Europarlamento), Dario Scannapieco (vicepresidente Bei) e Fabio Panetta, unico elemento tecnico al board della Bce (ex Bankitalia) che avrebbe fatto tornare sui suoi passi le “sparate” di Christine Lagarde ad inizio crisi coronavirus. Con l’apporto decisivo di Mario Centeno (n.1 Eurogruppo) e i leader di Bce e Bei si sarebbe trovato un accordo che limita di molto il Salva-Stati e nello stesso tempo non si avrebbero titoli di stato con condivisione del debito “totale”.



Il sunto perfetto arriva ancora da Dagonews e ci permettiamo di condividerlo integralmente perché fa comprendere bene la posta in gioco: «l’obiettivo è anche far credere all’altro di aver ottenuto quello che voleva. Se noi chiediamo gli eurobond senza condizioni e otteniamo questo ibrido MES/BEI, gli elettori tedeschi e olandesi non penseranno di aver calato le braghe davanti agli spendaccioni PIIGS. Tutti puntano a una soluzione che non faccia dire a nessuno chi ha vinto e chi ha perso, soprattutto non deve sembrare una sconfitta del Nord». Tradotto, ok ad un Mes nella forma mentre la sostanza è un “coronabond”, travestito per non farlo sembrare tale. Come comprensibile, un tale accordo è ancora in fase di bozza e occorrerà segnalare i passi nei prossimi giorni per capire come l’Europa proverà ad uscire dalla crisi non in un domani ipotetico ma già da oggi, perché oggi le imprese e i cittadini non hanno i soldi per andare avanti.