Il ciclismo al tempo del Coronavirus raccontato da Alberto Bettiol. Il vincitore della scorsa edizione del Giro delle Fiandre parla infatti con il quotidiano toscano La Nazione dalla Svizzera, sua nuova residenza, dove il ciclista della Education First si trova da un paio di mesi. Nel Canton Ticino abitano davvero tanti nomi illustri del ciclismo italiano, infatti Alberto Bettiol è davvero in buona compagnia, a cominciare naturalmente da Vincenzo Nibali e poi Fabio Aru, Diego Ulissi ed Enrico Gasparotto. Sappiamo che in Italia si discute molto della possibilità di svolgere attività fisica all’aperto nel pieno della diffusione dell’epidemia di Coronavirus. Nel caso dei ciclisti professionisti naturalmente si tratta anche di lavoro, pur con un calendario facidiato dai tanti rinvii, compreso quello del Fiandre: in Svizzera si può proseguire ad allenarsi, pur con alcune precauzioni, ed è proprio questa nuova routine in tempi di Coronavirus al centro del racconto di Alberto Bettiol per La Nazione.
CORONAVIRUS, ALBERTO BETTIOL SI RACCONTA
Alberto Bettiol aveva naturalmente programmato di essere nella forma migliore in vista delle grandi classiche di primavera, su tutte il Giro delle Fiandre nel quale avrebbe dovuto presentarsi da campione uscente. L’inizio era stato buono, con una vittoria di tappa all’Etoile de Besseges in Francia, poi però evidentemente tutto è saltato e l’auspicio è che almeno le corse di maggiore spicco possano essere recuperate più in là nella stagione. Alberto Bettiol dunque ha raccontato così queste settimane decisamente anomale, nelle quali i ciclisti sono costretti a uno stop forzato proprio mentre la stagione sarebbe dovuta entrare nel vivo: “La situazione da queste parti è un po’ migliore che in Italia almeno al momento, la gente può circolare liberamente ma senza fare gruppo, cosa che dobbiamo rispettare anche quando ci si allena. Da qualche settimana sono sempre con Nibali, tra gare disputate, viaggi in areo, allenamenti nel Canton Ticino. Ci sono poi anche Gasparotto e Ulissi. Con Nibali pedaliamo insieme, se non abbiamo preso nulla finora neppure ce lo trasmettiamo”.