Emergenza coronavirus, si apre lo scontro tra l’Anci e il Governo. Il presidente Antonio Decaro, sindaco di Bari, ha abbandonato la conferenza unificata in segno di protesta. Stesso gesto da parte di Michele De Pascale, numero uno dell’Upi (Unione delle Province d’Italia). Come spiegato in una nota, l’Anci denuncia una riduzione drastica della capacità fiscale per la situazione creata con il blocco delle attività economiche a seguito dell’emergenza sanitaria: «L’effetto di questo stato di fatto è che non abbiamo entrate ora e non ne vediamo il recupero neppure in prospettiva. Il governo deve prendere consapevolezza di questa situazione e deve far fronte già nel prossimo decreto alla richiesta di 5 miliardi che gli enti locali hanno avanzato da tempo». Decaro ha poi lanciato un monito: «Non possiamo aspettare oltre: si tratta di garantire ai cittadini italiani i servizi che i Comuni erogano, a cominciare dal trasporto pubblico e dalla raccolta dei rifiuti».
CORONAVIRUS, ANCI ABBANDONA CONFERENZA UNIFICATA
«I sindaci hanno dimostrato senso di responsabilità e senso delle istituzioni che rappresentano, fin dall’inizio di questa emergenza», ha aggiunto Decaro in una nota, invocando la leale collaborazione con tutte le istituzioni della Repubblica. La buona volontà dei sindaci però deve fare i conti con l’inagibilità finanziaria dei Comuni, che si riversa sull’impossibilità di approvare bilanci. Il primo cittadino di Bari ha concluso: «Abbiamo fin qui fronteggiato il problema senza risorse aggiuntive attraverso gli accordi con Mef, Cdp e Abi sulle rate dei mutui, per garantirci liquidità, e un’anticipazione di trasferimenti da parte del governo per 4,3 miliardi. Ma non possiamo andare avanti così. Ne va della possibilità per i Comuni di sopravvivere. Senza risorse nuove e immediate, saremo costretti a interrompere i servizi». Netta anche la posizione dell’Upi con De Pascale: «Non possiamo che rilevare la scarsa considerazione che il governo sta riservando alle criticità che le province, insieme ai comuni stanno affrontando: con le entrate in picchiata e le spese straordinarie che stiamo sostenendo, i bilanci rischiano di saltare. Se saltano i bilanci, si interrompono i servizi, e non possiamo permettercelo», riporta Huffington Post.