In queste ore è giunta una frenata da parte dell’istituto “Spallanzani” di Roma, che ha sottolineato in una nota come non sia ancora possibile giungere a conclusioni di qualunque natura sull’efficacia del candidato vaccino dell’azienda Takis. Peraltro, il comunicato stampa diramato dalla stessa “non è stato concordato con l’Inmi, né da esso autorizzato” e l’istituto laziale ha aggiunto di avere “partecipato ad una proposta di ricerca presentata da Takis nell’ambito di un bando ‘urgente’ lanciato alla Comunità Europea, che non è stata finanziata. In vista della possibile partecipazione ad ulteriori bandi, sono state effettuate prove preliminari e parziali sulla risposta in termini di anticorpi neutralizzanti in topi inoculati con formulazioni iniziali di potenziali vaccini”. L’istituto sta al momento completando queste valutazioni preliminari, per decidere sull’opportunità di continuare gli studi e formalizzare accordi specifici e, comunque “l’Inmi non ha redatto alcun report ufficiale e non ha ancora distribuito in maniera formale i risultati degli esami effettuati. Sulla base di quelli finora disponibili, non è pertanto possibile giungere a conclusioni del potenziale candidato vaccinale”.  (aggiornamento di Alessandro Nidi)



CORONAVIRUS, ANTICORPI VACCINO ITALIANO TAKIS FUNZIONANO: INDIVIDUATI 2 CANDIDATI EFFICACI

E’ decisamente soddisfatto Luigi Aurisicchio, fondatore e amministratore di Takis, in merito alla grande scoperta effettuata nelle ultime ore sugli anticorpi utilizzati dal vaccino in via di sviluppo: “Il saggio effettuato sul virus di Covid-19 allo Spallanzani – le sue parole ai microfoni di Adnkronos – ci ha permesso di individuare i due ‘candidati vaccini’ più promettenti. Nel giro di due settimane avremo i risultati di un mega-studio in corso a Castel Romano che ci dirà quanto dura la risposta immunitaria innescata, e ci permetterà di individuare il vaccino migliore da portare in sviluppo”. Se tutto andrà bene, a breve inizieranno quindi i test sull’uomo: “Potremo iniziare gli studi sull’uomo dopo l’estate – aggiunge – vogliamo farli a Napoli, con il gruppo dell’oncologo Paolo Ascierto”. Aurisicchio, parlando poi “dell’arpione” che utilizza il virus per penetrare nelle cellule, ha spiegato: “Il saggio allo Spallanzani ci ha permesso di individuare i due che danno una risposta migliore: non è tanto la quantità di anticorpi, ma la qualità che è in grado di neutralizzare bene la regione ‘chiave’ della proteina Spike”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



CORONAVIRUS, ANTICORPI VACCINO ITALIANO TAKIS FUNZIONANO

Proseguono le buone notizie circa gli anticorpi e la cura del coronavirus. Come riferito dall’agenzia Ansa nelle scorse ore, i test eseguiti nelle ultime settimane presso il laboratorio di Virologia dell’Istituto Spallanzani di Roma, hanno evidenziato il funzionamento degli anticorpi generati nei topi dal vaccino italiano dell’azienda Takis. Fino ad oggi si tratta del passo in avanti più importante da parte di un’azienda italiana impegnata nel campo dei test, anche se comunque le prove sull’uomo verranno effettuate solamente dopo l’estate. Resta il fatto che la notizia è decisamente rilevante, e giunge tra l’altro nel giorno dell’inizio della Fase 2, quello che ci dovrebbe permettere un lento ritorno alla normalità. Ricordiamo che la ricerca del vaccino è ritenuta fondamentale dai virologi di tutto il mondo, tenendo conto dell’alto tasso di infezione del coronavirus, e soprattutto, della trasmissibilità anche attraverso gli asintomatici: finchè non ci sarà una cura definitiva, sarà complicato tornare alla vita che conoscevamo fino al mese di febbraio.



CORONAVIRUS, ANTICORPI VACCINO ITALIANO OK. NUOVA SPERIMENTAZIONE A BERGAMO

E a proposito di anticorpi, va segnalata una nuova sperimentazione presso l’ospedale di Bergamo Papa Giovanni XXIII, che prevede l’estrazione di anticorpi da persone guarite da coronavirus, per poi iniettare gli stessi nei malati gravissimi, in terapia intensiva e in fin di vita. Una tecnica che è nata dai medici di Nefrologia, come riferisce Il Fatto Quotidiano: “Usavamo la tecnica per la nefropatia membranosa, una malattia dei reni dovuta ad anticorpi che impazziscono e aggrediscono l’organo distruggendolo – le parole di Piero Luigi Ruggenenti, direttore dell’unità di Nefrologia e Dialisi che coordina il progetto – per la malattia dei reni il macchinario estrae quasi tutti gli anticorpi nocivi che finiscono in una sacca che poi buttiamo. Allora ci siamo resi conto che avremmo potuto applicare la procedura sottoponendo pazienti guariti dal Covid-19, in modo da prendere i loro utilissimi anticorpi”. Il donatore subisce un trattamento indolore che dura circa un paio d’ore, attraverso appunto uno speciale macchinario: “Non possiamo ancora dire se sia la soluzione – ha concluso il prof Ruggenenti – dobbiamo continuare a raccogliere risultati. Di certo è una tecnica nuova, diversa da quella dell’estrazione del plasma. Posso solo dire finora nessun paziente è morto o ha avuto effetti collaterali”.