Mentre si trova circondata da due nazioni che, seppur investite dal Covid-19 in maniera molto più marcata (Cile con 40.000 contagiati e Brasile con 233.000) cercano di tornare il più presto possibile a una condizione di normalità, anche se condizionata da misure restrittive a seconda dell’evolversi della situazione, l’Argentina, con soli 7.800 contagi (ma se calcoliamo i morti e le persone guarite il numero scende di parecchio) perlopiù sparsi a Buenos Aires, sta attraversando un periodo di confusione totale dimostrando di non avere un piano concreto di gestione della problematica.
La cosa risulta chiarissima non solo per il bassissimo livello di tamponi effettuati, ma anche per la disorganizzazione del Governo che crede sia sufficiente emanare direttive restrittive che, a poco a poco, hanno esteso la quarantena da circa 50 giorni. Un periodo nel quale le attività nel Paese si sono completamente bloccate instaurando tra la popolazione, a causa di un bombardamento mediatico mai realizzato come in questo periodo, una paura e una rabbia gigantesche. La diffusione del coronavirus, lo ripetiamo, ha colpito Buenos Aires maggiormente e, tranne che nella poverissima Provincia del Chaco, a nord del Paese, con 559 casi, nelle altre i numeri dei contagi non superano le due cifre.
Inoltre, occorre considerare gli errori di un Governo che non ha dimostrato assolutamente buon senso, dapprima prendendo misure obiettivamente esagerate come la chiusura delle frontiere fino a settembre o l’obbligo di una quarantena strettissima, per poi contraddirsi con episodi di una gravità terribile, come convocare 8 milioni tra pensionati e poveri davanti alle banche, improvvisamente riaperte dopo un’illogica chiusura, per poter incassare le loro pensioni o sussidi, il 3 aprile scorso in piena quarantena, per fortuna senza uno scoppio esponenziale dell’epidemia (segno anche che il Covid non ha colpito profondamente il Paese) e infine controllando il rispetto della quarantena attraverso l’uso massiccio di forze di polizia quasi al livello di un coprifuoco ma dimenticandosi delle Villas Miserias, dove invece i controlli non ci sono stati, con il risultato che i casi di infezione sono centinaia in questi quartieri di emergenza.
Ma il disastro governativo continua purtroppo anche a livello propagandistico: per nascondere la propria inefficienza di fronte alla pessima gestione del fenomeno, il Presidente Alberto Fernandez ha dapprima criticato duramente il Cile e poi la Svezia per il numero di contagi registrati in questi due Paesi. Che però, al contrario dell’Argentina, stanno affrontando la cosa con dei piani concreti sia di test che di misure in grado di equilibrare al massimo l’equazione tra salute ed economia. Insomma, si ripete in questo caso il refrain che è stato tipico degli anni di politiche kirchneriste, basato sulla creazione di verità costruite attraverso la propaganda.
La verità che si cerca di nascondere è quella non solo di un sistema sanitario totalmente inadeguato in caso di una massiva diffusione del Covid, ma anche di uno Stato ormai in piena bancarotta o default come si voglia definire, in pratica con una iperinflazione ormai inevitabile che finirà per trascinare l’Argentina nella più profonda crisi della sua storia a cui ci saranno da aggiungere gli effetti delle misure altamente drastiche adottate. In pratica saranno decine di migliaia le imprese piccole e medie che chiuderanno i battenti non solo nella catena produttiva ma anche in quella di vendita, cosa che provocherà disoccupazione massiva e un probabile aumento della povertà a oltre il 60% (fino a poco tempo fa era arrivata alla già forte cifra del 40%).
In tutto questo baillame si distinguono le manovra sulla giustizia del kirchnerismo che non solo ha occupato l’intero settore con propri seguaci, ma sta velocemente cancellando tutti i processi che investono i suoi passati Governi che hanno alimentato una corruzione per la cifra di 35 miliardi di dollari.
Intanto il Governo, per cercare di frenare la pandemia economica che ha investito il Paese, ha elargito sussidi a raffica… in gran parte non ancora pagati ma oltretutto non si capisce come lo Stato Babbo Natale di peronista memoria potrà realizzare il suo assistenzialismo esasperato quando mancheranno le colossali entrate provocate da una delle più grandi tassazioni dell’intero continente latinoamericano. Ecco dimostrata per l’ennesima volta la grandissima inefficienza del populismo che ancora una volta riesce a distruggere una nazione ricchissima.