In piena emergenza coronavirus, e con le scuole di ogni ordine e grado che in molte zone d’Italia, a cominciare dalla Lombardia, sono chiuse da più di un mese, sono molti i genitori che hanno sollevato il problema del pagamento della retta degli asili nido. Della questione se ne è occupata l’inviata di Striscia la Notizia, Chiara Squaglia, che è tornata ad affrontarla nella serata di ieri. Il problema è annoso in quanto, da una parte vi sono i genitori dei piccoli, che giustamente si lamentano sul fatto che l’istituto in questione chieda loro il pagamento della retta del mese di marzo, nonostante il figlio sia a casa. Dall’altra ci sono gli stessi asili nidi, che ricordiamo, per la maggior parte sono strutture private che ricevono un piccolo aiuto dallo stato ma che per il resto sono sovvenzionate proprio grazie al pagamento delle rette, e che lamentano il rischio di una chiusura. Proprio ieri Striscia la Notizia ha dato voce alle numerose direttrici dei vari asili, che hanno chiesto un aiuto alle famiglie, pena la loro chiusura definitiva.



CORONAVIRUS, ASILI NIDO CHIUSI: “CHIEDIAMO AIUTO ALLO STATO”

In poche parole, se nessuno dovesse pagare la retta, a settembre, quando molto probabilmente si tornerà a scuola, la scuola non ci sarà più. L’idea suggerita da molte direttrici è quella di dare un piccolo contributo allo stesso asilo nido, un minimo indispensabile per permettere loro di rimanere aperti, sfruttando il bonus asili nido a disposizioni delle famiglie meno abbienti. Di contro comunque, l’avvocato Edno Gargano, sentito dallo stesso tg satirico di Canale 5, ha spiegato: “Tutti i genitori di bambini iscritti agli asili nido potranno richiedere la riduzione della retta mensile, ovvero, potranno richiedere di pagare solamente i giorni in cui i bambini hanno usufruito del servizio, allo stesso modo, i genitori che abbiano pagato l’intera retta annuale, potranno richiedere il rimborso dei giorni in cui non hanno usufruito della prestazione”. La categoria degli asili nidi si sente però bistrattata, spiegando che il governo non li ha minimamente considerati nei decreti emessi negli ultimi giorni. A riguardo Paolo Uniti, direttore di Assonidi, associazione per i servizi dell’infanzia della regione Lombardia, ha lanciato un appello: “I servizi all’infanzia privati sono in ginocchio, lanciamo un sos disperato, abbiamo bisogno di aiuti di stato, non ci dimenticate e non ci lasciate soli”. Clicca qui per vedere il servizio completo di Striscia



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