Il 60 per cento dei nuovi casi di coronavirus che sono stati registrati in Cina ad aprile sono persone asintomatiche. Quando sono state sottoposte al test non mostravano alcun sintomo della malattia Covid-19. A rivelarlo è un’analisi del Financial Times che è stata pubblicata oggi sull’edizione online del quotidiano britannico. Lo studio, che si basa su dati più completi sulla pandemia che il governo cinese ha cominciato a pubblicare dall’inizio dello scorso mese, conferma quanto evidenziato da uno studio dell’Università della California, pubblicato recentemente sul New England Journal of Medicine. Gli asintomatici sono il “vero” problema della pandemia di coronavirus, perché continuano a diffondere il contagio non sapendo della loro positività. Questa scoperta peraltro rende ancor più complesso il lavoro dei leader mondiali per l’allentamento delle restrizioni imposte finora nella battaglia contro il coronavirus. Se teniamo conto che ci sono molti casi “sommersi”, tra cui gli asintomatici, il problema è concreto.



CORONAVIRUS, ASINTOMATICI FONTE CONTAGIO PIÙ PERICOLOSA

Un gran numero di persone circola forse in maniera indisturbata nella comunità diffondendo il coronavirus senza saperlo. Questo lo scenario che emerge dal nuovo studio. Ed è questo aspetto a preoccupare le autorità sanitarie perché secondo gli esperti gli asintomatici sono anche più infettivi nella fase appunto pre-sintomatica della malattia. Il Financial Times tra l’altro ha citato il caso di Vo’, dove sono stati testati tutti gli abitanti. Circa la metà di quelli risultati positivi non presentava sintomi. Questo ha permesso di isolarli in tempo. In Corea del Sud uno studio ha concluso che la percentuale di persone asintomatiche si aggira sul 30-36 per cento. Questi studi, a cui si aggiunge quello cinese, confermano che non si può prescindere dall’individuazione degli asintomatici per sconfiggere il coronavirus. Sottoporre la popolazione a tamponi a tappetto sarebbe fondamentale per individuare gli asintomatici e isolarli per evitare la diffusione del contagio, ma è una strada che pochi Paesi hanno deciso di percorrere finora. Recentemente è stata suggerita la strada delle radiografie per scovarli.

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