Ciò che rende ancor più complessa la battaglia contro il coronavirus non è solo la mancanza di un vaccino e l’assenza di farmaci specifici, ma soprattutto la presenza di persone asintomatiche. La trasmissione del virus Sars-CoV-2 da soggetti asintomatici è infatti per molti scienziati l’aspetto che rende molto difficile il controllo della diffusione dell’epidemia. Per questo i ricercatori dell’Università della California chiedono un cambio di strategia. Monica Gandhi, Deborah S. Yokoe e Diane V. Havlir, che hanno lavorato ad uno studio pubblicato dal New England Journal of Medicine, ritengono che sia fondamentale valutare un nuovo approccio in questa fase nella quale si pensa ad un allentamento delle restrizioni. Da quando Covid-19 è diventato un’emergenza globale ci si è infatti preoccupati di isolare le persone positive e con sintomi, ma “un fattore chiave nella trasmissibilità del Covid-19 è l’alto livello di diffusione del virus nel tratto respiratorio superiore anche tra pazienti pre-sintomatici”. Se non li individuiamo, rischiamo di non uscirne.



CORONAVIRUS, PROBLEMA ASINTOMATICI: “BISOGNA CAMBIARE STRATEGIA”

Le strategie tradizionali per il controllo delle infezioni si basano sulla diagnosi precoce della malattia per contenere la diffusione. Nel caso del Covid-19 l’approccio è stato simile a quello avuto con la Sars, anche per via delle somiglianze tra i due virus. Ma le traiettorie delle due epidemie hanno preso direzioni diverse. Secondo gli scienziati, ciò è legato alle persone asintomatiche, che hanno favorito la diffusione del virus. Da qui la convinzione che stiano giocando un ruolo importante in questa pandemia e che quindi si debba cambiare strategia per proteggere le persone vulnerabili in attesa di un vaccino o terapie specifiche. Per scoprire i soggetti asintomatici servono test, che attualmente vengono riservati solo a coloro che mostrano sintomi. “La trasmissione asintomatica di Sars-CoV-2 è il tallone d’Achille delle strategie messe in atto per il controllo della pandemia di Covid-19”, scrivono i ricercatori dell’Università della California nello studio. “I nostri approcci attuali sono inadeguati”. Bisognerebbe invece estendere i test alle case di cura, carceri, strutture di salute mentale, rifugi e ospedali. Un primo step per individuare soggetti asintomatici in ambienti delicati. “Una pandemia senza precedenti richiede misure senza precedenti per sconfiggerla”.

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