«Negli ultimi cinque anni, in media, ho affrontato 4 casi all’anno di bambini con malattia di Kawasaki (un’infiammazione acuta dei vasi di piccolo e medio calibro di tutti i distretti dell’organismo la cui causa è attualmente sconosciuta, ndr), quest’anno siamo già a 16. E sa quanti ne sono arrivati solo da domenica ad oggi? Ben 4. Com’è possibile? Mai così tanti, peraltro tutti “complicati” e tutti con sierologia positiva al Covid-19. Sia chiaro, noi non abbiamo ancora la conferma ufficiale che la malattia sia legata al Coronavirus ma se 1+1 fa 2, faccia lei…», spiega oggi a “Open Online” Lucio Verdoni, reumatologo pediatra dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo in merito al legame possibile ma non certificato ancora tra coronavirus nei bambini e malattia Kawasaki.
Se va detto che comunque la malattia ha alte percentuali di ripresa completa dei bimbi affetti, Verdoni spiega anche che «l’incidenza della sindrome infiammatoria, nell’ultimo mese, è stata di 30 volte superiore al passato ma solo una piccola minoranza di bambini infettati da SARS-CoV-2 sviluppa la malattia di Kawasaki, sicuramente meno dell’1%». (agg. di Niccolò Magnani)
IL LEGAME E IL BOOM A BERGAMO
Un numero molto alto di bambini in queste settimane è colpito da una rara sindrome infiammatoria che potrebbe essere legata al nuovo coronavirus. L’allarme è stato lanciato in Gran Bretagna, e ve ne abbiamo parlato approfonditamente, ma da Bergamo arriva una importante notizia a riguardo. I pediatri dell’ospedale Papa Giovanni XXIII hanno infatti scoperto l’esistenza di un legame con la malattia di Kawasaki, una vasculite che colpisce i bambini sotto i 10 anni, spesso prima dei 5. Questa patologia è stata scoperta 50 anni fa, ma la causa è ancora sconosciuta. Si pensa comunque che sia provocata da un agente infettivo che provoca una risposta infiammatoria. I medici bergamaschi hanno spiegato che già in passato alcuni virus della famiglia dei coronavirus sono stati ritenuti possibili induttori di questa patologia. «Oggi sappiamo che Sars-CoV-2 è uno di questi». Lucio Verdoni, reumatologo pediatra dell’ospedale bergamasco, ha spiegato all’AdnKronos che negli ultimi due mesi sono arrivati al Pronto soccorso pediatrico molti bambini con la malattia di Kawasaki. In un mese il numero ha eguagliato quelli dei tre anni precedenti. «E si è calcolato che l’incidenza di questa malattia, nell’ultimo mese, è stata 30 volte superiore al passato».
CORONAVIRUS E MALATTIA DI KAWASAKI, SCOPERTO LEGAME
I pediatri dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo hanno scoperto «chiare prove» del fatto che il nuovo coronavirus abbia provocato la malattia di Kawasaki negli ultimi due mesi. Inoltre, è emerso che questi pazienti hanno evidenziato «forme più severe di questa malattia che coinvolgono l’apparato cardiocircolatorio». In alcuni casi sono state necessarie cure intensive, proprio come denunciato in Gran Bretagna. Normalmente i sintomi tipici di questa patologia sono febbre alta, eruzione cutanea, alterazioni delle mucose e delle estremità, ma la complicazione più temuta è l’infiammazione delle arterie del cuore perché può causare dilatazioni aneurismatiche permanenti delle coronarie. Si è detto spesso che i bambini sono protetti dallo sviluppare gravi forme di polmonite legate al Covid-19, ma per Lorenzo D’Antiga, direttore di Pediatria all’Asst Papa Giovanni XXIII, si è scoperto che Sars-CoV-2 può causare anche altre patologie. «Può attivare il sistema immunitario dell’ospite e inducendo una risposta infiammatoria che può interessare qualsiasi organo, anche a distanza di tempo dall’infezione», ha dichiarato all’AdnKronos.
CORONAVIRUS, LE INSIDIE PER I BAMBINI
I pediatri dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo hanno precisato che «solo una piccola minoranza di bambini infettati da Sars-CoV-2 sviluppa la malattia di Kawasaki». D’altra parte, è importante conoscere tutte le insidie che può causare il nuovo coronavirus, soprattutto in vista della Fase 2. Dal 21 marzo, giorno in cui il dottor Matteo Ciuffreda, cardiologo pediatrico dell’ospedale bergamasco, ha diagnosticato per la prima volta la sindrome di Kawasaki ad un bambino arrivato in pronto soccorso, sono diventati 20 i casi. Al Gaslini di Genova, come riportato dal Corriere della Sera, il professor Angelo Ravelli, pediatra e segretario del gruppo di studio di Reumatologia della Società italiana di pediatria, sta curando 5 bambini affetti dalla stessa patologia, quando in un anno se ne registrano al massimo nove. I pediatri hanno scoperto, inoltre, che la malattia di Kawasaki è presente in alcune aree italiane, in particolare in Lombardia, Piemonte e Liguria. Altri casi sono stati registrati all’estero, non solo in Gran Bretagna, ma anche in Spagna e Portogallo.