La riapertura delle scuole dipende da una sola domanda: i bambini sono contagiosi? La risposta è tutt’altro che ovvia, perché ci sono indicazioni differenti sulla capacità dei più piccoli di trasmettere il coronavirus. C’è un bambino inglese che ha incontrato 170 persone in una settimana bianca senza infettarne nessuna, mentre un neonato di 6 mesi è rimasto contagioso per 16 giorni. Negli Stati Uniti sta per essere avviato un test che proverà a dare una risposta a questa domanda, visto che potrebbe permettere la riapertura delle scuole e dei centri estivi. Sono ancora molte le cose che non sappiamo del coronavirus, quella della contagiosità dei bambini è una di queste. Non sono state predisposte campagne di test sierologici mirate, quindi quel che sappiamo al momento è che quando si è bambini i sintomi sono lievi. Se proviamo però a chiederci se i più piccoli, anche se asintomatici, possono trasmettere Sars-CoV-2, allora il mistero si infittisce. Repubblica ha raccontato, ad esempio, il caso di un bambino inglese di 9 anni che si è infettato in settimana bianca in Francia. È stato bene, ha preso lezioni di sci in tre scuole diverse e i medici hanno scoperto che era entrato in contatto con 170 persone, senza però contagiarle.



CORONAVIRUS E BAMBINI, SONO CONTAGIOSI? UN MISTERO

C’è un articolo su Science che cita i dati preliminari di test a tappeto condotti in Islanda, dove non si sono registrate infezioni tra gli 848 bambini al di sotto dei 10 anni che sono stati sottoposti a tampone. Un gruppo di 150mila ragazzi positivi al coronavirus è stato analizzato negli Stati Uniti: quelli al di sotto dei 18 anni sono l’1,7 per cento. C’è da essere ottimisti quindi? In realtà no. Marco Ajelli, matematico specializzato nello studio delle epidemie, ha partecipato ad uno studio italo-cinese, pubblicato su Science il 29 aprile, che invita alla cautela. Il professore dell’Indiana, che apparteneva alla Fondazione Bruno Kessler all’epoca della ricerca, ha misurato l’effetto della chiusura delle scuole sull’evoluzione dell’epidemia a Wuhan e Shanghai. Insieme ai suoi colleghi ha scoperto che i ragazzi sotto i 15 anni hanno un terzo di probabilità di essere contagiati rispetto agli adulti fino a 65 anni, e un quarto rispetto a quelle al di sopra dei 65 anni. Nonostante ciò, la scuola dimezza l’incidenza dell’epidemia nella fase di picco.



CORONAVIRUS E BAMBINI, AVVIATI TEST NEGLI USA MA…

Quindi, i bambini hanno meno probabilità di contagiarsi, ma possono trasmettere il virus ad altri? Il loro tasso di contagiosità è una variabile al momento non conosciuta, eppure potrebbero nascondere la chiave per sconfiggere il Covid-19. Sul tema si è espresso anche Christina Drosten, virologo dell’Università di Berlino e punto di riferimento in Germania. Ha firmato uno studio in cui è emerso che la carica virale nei giovani non è significativamente diversa rispetto a quella degli adulti e che serve prudenza nel decidere se riaprire scuole e asili, proprio perché i bambini possono essere contagiosi quanto gli adulti. Come riportato da Repubblica, a Singapore è stato studiato il caso di un neonato di sei mesi positivo al tampone e asintomatico. È rimasto positivo per 16 giorni consecutivi e con la carica virale di un adulto sia nelle vie respiratorie che nelle feci. La domanda resta dunque ancora senza una risposta netta, ma è troppo importante per non essere ricercata. Non a caso il National Institutes of Health negli Stati Uniti ha lanciato uno studio per seguire duemila famiglie per sei mesi. I risultati non saranno quindi disponibili prima di autunno, quando comincia il nuovo anno scolastico.

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