Il campionato di basket Serie A1 terminerà entro il 30 giugno, oppure non terminerà affatto: la Lega aveva ricevuto tre proposte per chiudere la stagione e, tra queste, spiccava quella della Virtus Bologna capolista che aveva pensato ad un mini-torneo tra luglio e settembre, 16 squadre e subito tabellone playoff con la sola esclusione di Pesaro che, però, non sarebbe retrocessa ma avrebbe partecipato al campionato 2020-2021 (a proposito: le V nere avevano proposto una stagione a 20 squadre). La Lega però ha detto no, e dunque c’è una sola soluzione che rimane al vaglio: sarà comunque un playoff allargato con 16 partecipanti, ma si inizierà il 16 maggio per terminare appunto alla fine di giugno. Il primo turno sarà al meglio delle tre partite; poi ci sarà una Final Eight con eliminazione diretta, evidentemente in una unica location.



CORONAVIRUS BASKET: UNA SOLA IPOTESI PER LA SERIE A1

Le altre ipotesi erano quelle di ripartire il 18 aprile o alla fine del mese corrente, ma il ministro Vincenzo Spadafora ha dato nuove indicazioni che hanno cancellato queste possibilità; dunque il campionato di basket Serie A1 non ripartirà prima del 16 maggio, e dunque ci sarà un altro mese e mezzo di stop. Non solo: in accordo con la Federbasket, entro il 10 aprile (venerdì prossimo) bisognerà prendere una decisione definitiva. Otto giorni di tempo sembrano essere davvero pochi: lo sarebbero in tempi normali, figuriamoci in piena emergenza Coronavirus con i numeri della pandemia che non stanno ancora calando e una grande incertezza su quali saranno i dati nella metà di maggio. Inevitabilmente allora si parla sempre più di una stagione che non verrà portata a termine: una cosa è chiara, se il 16 maggio non si potrà riprendere la stagione non riaprirà i battenti.



Al netto dei casi singoli e dei casi persi (il presidente della Virtus Bologna ha recentemente parlato dei 10 milioni di investimenti che andrebbero in fuga), cancellare l’attuale campionato di basket Serie A1 sembra davvero essere la strada maggiormente percorribile. Per due motivi: primo, sarebbe davvero complicato pensare di aprire i palazzetti al pubblico, anche a giugno inoltrato sarà sconsigliabile un tale affollamento perché, nella migliore delle ipotesi, saremmo appena fuori dalle norme di isolamento imposte e non si potrebbe riaprire tutto subito, ma bisognerebbe farlo comunque in maniera graduale. Secondo aspetto, attualmente sono più di 50 gli americani che hanno lasciato l’Italia per tornare a casa: farli tornare tutti è complicato, ed è chiaro che ci sarebbero squadre che, indipendentemente dalla loro volontà e per una situazione di causa maggiore e totale emergenza, ci rimetterebbero più di altre. Dunque, aspetteremo qualche giorno ma il campionato di Serie A1 potrebbe facilmente non finire.

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