Il miliardario e filantropo Bill Gates, è convinto che il mondo non tornerà alla normalità se non prima del 2021/2022. In un’intervista rilasciata dal co-fondatore di Microsoft ai francesi de Le Figaro, l’imprenditore americano ha spiegato senza troppi giri di parole che “non torneremo alla normalità prima di uno o due anni. Con un sistema basato su test e tracciamenti dovremmo essere in grado di individuare in fretta i focolai d’infezione e di soffocarli. Anche così, però, non torneremo a una vita normale, perché le persone avranno grande timore di essere contagiate e cambieranno radicalmente le loro abitudini”. Gates ha fatto inoltre presente quanto lo stesso si aspettasse la pandemia, sottolineando come aveva “descritto nei minimi dettagli sul New England Review of Medicine le misure che avremmo dovuto adottare per farci trovare preparati. L’idea era di essere pronti ad aumentare la nostra capacità di produrre test, a coinvolgere l’industria e renderla in grado di mettere a punto con la maggiore rapidità possibile una terapia e poi dei vaccini. Alla fine, però, si è fatto molto poco”.
CORONAVIRUS, BILL GATES: “TUTTI I MIEI SFORZI PER COMBATTERLO”
Peccato però che nessuno prese in seria considerazione l’appello di Gates, pensando che una pandemia nel mondo odierno, fosse cosa assolutamente lontana dalla realtà, e invece… Il noto miliardario americano, che recentemente ha lasciato il consiglio di amministrazione di Microsoft dopo trent’anni, si sta dedicando solo ed esclusivamente alla lotta contro il coronavirus: “Per il momento tutta la mia attenzione è rivolta a combattere il Covid 19. Il virus interferisce in un numero talmente grande di attività e causa così tanti danni economici e disturbi mentali che fatichiamo a immaginarne la portata. È un dramma enorme e tutto ciò che potremo fare per dare una mano, lo faremo”. Gates ne fa un discorso sociale, sanitario e nel contempo economico, spiegando che bisogna “porre fine a questa malattia a livello globale, non solo perché abbiamo a cuore gli altri esseri umani, ma anche perché vogliamo che l’economia globale riparta e non vogliamo che le importazioni rischino di provocare un drammatico rialzo dell’epidemia”. Molti hanno accusato la Cina di aver nascosto la pandemia e i dati reali del contagio, ma Gates non si sente di colpevolizzare Pechino: “è molto difficile essere il paese in cui scoppia un’epidemia. Puntare ora il dito contro i colpevoli non è un approccio costruttivo. La nostra economia è ferma, il mondo soffre: la priorità dovrebbe essere la collaborazione”.