Due pugili turchi e il loro allenatore sono risultati positivi al Coronavirus dopo aver partecipato al torneo di qualificazione olimpica di boxe a Londra, iniziato fra mille polemiche nonostante la pandemia fosse già pienamente in corso e poi sospeso dopo pochi giorni – il rinvio delle Olimpiadi rende ora ancora più discutibile la scelta di andare avanti a ogni costo. La notizia della positività dei tre turchi, annunciata dal quotidiano inglese Guardian, adesso rinfocola le polemiche sull’opportunità di avere anche solo fatto iniziare il torneo, con la Turchia che adesso attacca pesantemente il CIO e il governo britannico per aver deciso di far disputare comunque il torneo – erano i giorni in cui Boris Johnson voleva far andare avanti tutto come al solito nel Regno Unito, per raggiungere la tanto discussa “immunità di gregge”. Erano presenti anche gli azzurri, con Clemente Russo che diede forfait nel giorno del debutto.
CORONAVIRUS BOXE, LA TURCHIA CRITICA CIO E GOVERNO BRITANNICO
Il presidente della Federazione turca di boxe, Eyup Gozcec, ha dichiarato che tutti e tre sono stati contagiati alla Copper Box Arena di Londra e che l’evento non avrebbe dovuto tenersi durante una pandemia: “Mentre il mondo intero stava adottando misure estreme per far fronte al virus, sono sconcertato dal fatto che una task force del Cio e il governo britannico abbiano consentito l’inizio del torneo, anche se molti di noi avevano preoccupazioni e quasi tutti gli altri sport avevano chiuso, è stato irresponsabile. E di conseguenza, sfortunatamente, tre membri del nostro team sono ora risultati positivi. Per fortuna i tre ora stanno bene”, ha voluto comunque precisare Gozcec a proposito dello stato di salute dei due pugili e del loro allenatore. Tutto adesso si è fermato, anche se in colpevole ritardo per quanto riguarda la boxe: la buona notizia per i contagiati è che avranno tempo di riprendersi per poi inseguire di nuovo la qualificazione a Tokyo 2021.