Emergenza senza fine in Brasile, dove la pandemia di coronavirus ha mietuto fino ad oggi 39.680 morti (+1.272), con la nazione verdeoro che si avvicina in maniera preoccupante al Regno Unito, seconda al mondo per vittime. Crescono in maniera esponenziale anche i contagi, per un totale di 772.416 da quando è iniziata la pandemia, il che significa che in un solo giorno si sono ammalate altre 32.913 persone. Lo stato maggiormente colpito continua ad essere quello di San Paolo, con quasi 10mila vittime (9.862), e 153mila infezioni, ma anche quello di Rio De Janeiro e l’Amazzonia preoccupano le autorità e l’organizzazione mondiale della sanità. Come vi abbiamo spiegato ieri, nelle ultime ore il governo Bolsonaro ha fatto un passo indietro, tornando a pubblicare i dati completi dell’epidemia dopo quanto disposto dalla Corte suprema brasiliana. Di conseguenza Eduardo Pazuello, ministro della Sanità, ha garantito il proprio impegno nel divulgare il “100% dei dati” sul coronavirus.
CORONAVIRUS BRASILE: SAN PAOLO RIAPRE CON LIMITAZIONI
La situazione resta drammatica nel quinto paese più grande al mondo, ciò nonostante il comune di San Paolo ha dato il via libera per la riapertura dei negozi e dei centri commerciali, per una graduale ripresa dell’attività economica. Così come accaduto in ogni angolo della terra, anche in Brasile è giunto il momento di una riapertura “obbligata” a causa della crisi economica, anche a rischio di nuovi contagi, ma visti i numeri di cui sopra la possibilità di un’ecatombe sembrerebbe essere dietro l’angolo. Tutti gli esercizi che riapriranno, comunque, potranno farlo in un orario ridotto, e inoltre dovranno sottostare a delle rigide norme di distanziamento e di igiene per i propri clienti. Al momento non vi è uno dei 26 stati brasiliani in cui non si registri almeno un caso di positività al coronavirus. Il primo decesso risale al 16 marzo, ma secondo quando spiegato dalla Fondazione Oswaldo Cruz il primo caso risalirebbe in realtà alla prima settimana di febbraio.