L’epidemia da coronavirus si sta concentrando negli ultimi giorni nell’America Latina, a cominciare dal Brasile, quello che viene considerato dall’Oms, il vero focolaio del mondo. Come si può leggere sulla mappa della Johns Hopkins University, sono salite a quota 29.314 le vittime totali da inizio emergenza, per un surplus di 480 morti rispetto alla precedente rilevazione. Crescono a dismisura anche i contagi, ora 514.849, ben 16.400 in più rispetto al giorno prima. Il Brasile è al momento la seconda nazione al mondo per numero di infetti, e l’unica che ha superato quota 500mila casi assieme agli Stati Uniti. Per numero di vittime, invece, si trova al quarto posto dietro a Stati Uniti, Regno Unito e Italia, ma continuando con questa media rischia a breve di superare il Belpaese. Per aiutare il Brasile gli Usa hanno inviato due milioni di dosi di idrossiclorochina, il noto antimalarico che però in Europa è stato di fatto bandito, in quanto considerato più dannoso che benefico.
CORONAVIRUS BRASILE, INVIATE DOSI DI IDROSSICLOROCHINA DAGLI USA
“L’HCQ (l’acronomio dell’idrossiclorochina ndr) sarà usato nella profilassi – la nota della Casa Bianca – per aiutare a proteggere dal virus infermieri, medici e personale sanitario brasiliano. Sarà anche usata nelle terapie per curare i brasiliani che dovessero infettarsi”. Fa discutere anche la posizione di Jair Bolsonaro, presidente brasiliano da sempre “negazionista”, e che nelle ultime ore è uscito allo scoperto chiedendo che i vari campionati di calcio nazionali riprendano il prima possibile, nonostante i numeri di cui sopra: “Dato che i calciatori sono giovani e atletici – le parole del capo di stato parlando a Radio Guaiba – il rischio di morte se colpiti dal virus è infinitamente ridotto”. Il numero di morti è raddoppiato ogni due settimane circa, rispetto invece a quanto avvenuto ad esempio in Italia, dove questo surplus è stato registrato in un lasso di tempo ben più lungo. E secondo gli esperti la cifra reale dell’epidemia sarebbe ben più gravosa rispetto a quella ufficiale a causa della mancanza dei test.