Sono davvero allarmanti i numeri della pandemia di coronavirus relativi al solo Brasile. Come si può leggere sulla Johns Hopkins University maps, l’ultima rilevazione ha fatto salire a quota 707.412 gli infetti, con l’aggiunta di 37.134 vittime. La nazione verdeoro si conferma la seconda in assoluto al mondo per numero di casi, e la terza in quanto a decessi, dietro a Regno Unito e Stati Uniti. Nelle ultime 24 ore sono stati registrati altri 15.645 nuovi contagi, mentre le vittime sono cresciute di 679 unità. Ma il numero è solamente parziale in quanto mancano i dati ufficiali degli stati di Santa Catarina e Alagos. Una situazione ai limiti del sostenibile che sta preoccupando ormai da giorni l’Organizzazione Mondiale della Sanità: “Sebbene la situazione in Europa stia migliorando – le parole del direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus s – a livello globale sta peggiorando: quasi il 75% dei casi di ieri proviene da 10 Paesi, principalmente nelle Americhe e nell’Asia meridionale”.



CORONAVIRUS BRASILE: PROTESTE A SAN PAOLO

In Brasile il clima sta divenendo incandescente e negli scorsi giorni il presidente Jair Bolsonaro ha dichiarato che non diffonderà più i dati sui morti, sostenendo che siano manipolati per ottenere fondi governativi. I nuovi dati, oltre alla mappa della JHU, sono quindi stati diffusi da diverse testate giornalistiche, che hanno deciso di alzare la voce contro questa decisione assurda del governo, dall’opposizione ritenuta una chiara mossa per “oscurare” la pandemia. Come specificato dall’emittente G1, si tratta di una “parternship senza precedenti tra G1, O Globo, Extra, O Estado de S.Paulo, Folha de S.Paulo e UOL, che hanno iniziato a collaborare per raccogliere le informazioni necessarie nei 26 Stati e nel Distretto Federale”. Obiettivo, fare in modo “che i brasiliani siano al corrente dell’evoluzione e del totale dei morti causati dal Covid-19, oltre che del numero dei casi risultati positivi al nuovo coronavirus”. A conferma del clima di tensione che si sta vivendo in Brasle, la manifestazione andata in scena ieri a San Paolo, dispersa con gas lacrimogeni dalla polizia militare. Il portavoce di quest’ultima, il tenente colonnello Emerson Massera, ha commentato a O Globo: “Sono vandali, non manifestanti. Respingiamo queste attività”.

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