Il Coronavirus per ora coinvolge solo marginalmente il Brasile e più in generale il Sudamerica, anche se purtroppo la pandemia inizia a diffondersi anche laggiù. Messaggi per i connazionali arrivano da brasiliani illustri come i calciatori della nostra Serie A, che vivendo in Italia hanno ben capito la gravità della situazione e cercano di avvertire anche chi abita oltre Oceano dei gravi pericoli legati al Coronavirus. Ad esempio, ospite della trasmissione ‘Seleçao Sport Tv’ di Globo Esporte, il difensore brasiliano Samir dell’Udinese, ha raccontato il momento che sta vivendo l’Italia a causa della pandemia di Coronavirus che nel Paese ha già toccato picchi di gravità assoluta: “La situazione è complicata qui, non esco da 15 giorni. Sto seguendo le notizie sul Brasile e dico ai brasiliani che stiano molto attenti. Spero che le persone in Brasile se ne rendano conto, perché non è uno scherzo. Se non sono consapevoli, la situazione peggiorerà. É importante restare a casa. Il popolo brasiliano pensa che sia una vacanza”, è l’avvertimento di Samir. La situazione sembra simile a quella italiana di qualche settimana fa dunque, speriamo che in Brasile sappiano fare tesoro dell’esperienza altrui.



CORONAVIRUS BRASILE: L’APPELLO DI LUCAS LEIVA

Sulla stessa lunghezza d’onda del suo connazionale, ecco anche le parole di Lucas Leiva, centrocampista della Lazio. Dal suo ritiro forzato a Roma il giocatore biancoceleste ha rilasciato un’intervista a Globo Esporte per parlare della pandemia di Coronavirus: “In Italia la situazione è molto critica, il conto dei morti aumenta quotidianamente così come le persone positive. Io sono a casa, isolato, senza possibilità di allenarmi con il resto della squadra. E’ una situazione molto difficile che spero possa terminare presto”. Anche Lucas Leiva ne ha approfittato per lanciare un appello a tutti i telespettatori in Brasile, ecco le sue parole accorate: “Vedo che anche in Brasile i casi stanno aumentando di giorno in giorno. Invito tutti quindi ad essere coscienti perché è un virus pericoloso che colpisce molte persone. Dovete controllarlo meglio di come è stato fatto in Italia all’inizio. Penso che se avessero chiuso tutto prima, come hanno fatto la scorsa settimana, la situazione oggi sarebbe un pochino migliore. È stato tutto molto veloce. Fino a tre settimane fa si giocava regolarmente. Nessuno si sarebbe immaginato un pericolo di queste proporzioni. Il virus si è diffuso in modo talmente rapido che non ci ha dato il tempo di rendercene conto”.

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