L’Italia è attualmente spaccata in due per quanto riguarda il coronavirus: le regioni del nord, a cominciare da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, falcidiate di casi, e quelle del sud, invece, tutto sommato ancora “immuni”. La situazione, però, potrebbe drasticamente cambiare nei prossimi giorni, causa l’esodo della scorsa settimana, la fuga di massa da Milano e dintorni per raggiungere appunto il proprio paese d’origine al meridione. Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità, ha parlato stamane al Mattino di Napoli proprio in merito ad una possibile situazione emergenziale che si potrebbe creare al sud: “La situazione reale nelle regioni del Sud – le sue parole – è che il virus circola, ma c’è ancora un numero contenuto di casi. La grande opportunità rispetto a quanto successo al Nord è che si riesca a evitare l’esplosione di contagi grazie ai comportamenti di distanziamento sociale: se i cittadini riescono a essere rigorosissimi si riuscirà a garantire l’assistenza a tutti coloro che ne avranno bisogno”.



CORONAVIRUS, BRUSAFERRO: “NON SAPPIAMO QUANTI SONO RIENTRATI DAL NORD”

Come detto sopra, c’è grande preoccupazione in merito al rientri dal nord Italia, ma a riguardo Brusaferro specifica: “Non abbiamo dati certi di quanti siano rientrati dal Nord, però certamente in tanti possono potenzialmente portare il virus. Per questo è essenziale che chi ha certezza di essere stato a contatto con persone positive segnali la situazione alle autorità sanitarie e adotti le misure di quarantena anche in casa per evitare di mettere a rischio i familiari. A maggior ragione se si presentano dei sintomi”. Il numero uno dell’Iss, ha comunque sottolineato che le regole valgono per tutti, e che queste “vanno seguite rigidamente, serve responsabilità. Non è una scelta opzionale, altrimenti il sistema sanitario non ce la fa ad assistere tutti”. Brusaferro conclude l’intervista con un messaggio ottimista, convinto che alla fine il sistema sanitario italiano reggerà questo pesantissimo urto: “Sono fiducioso, le risorse ci saranno e il ministero della Salute si è già attivato fornendo precise indicazioni di potenziamento dei servizi in tutte le Regioni. L’obiettivo di tutti noi è dare la migliore risposta assistenziale ai cittadini soprattutto nei reparti che oggi sono in condizioni critiche, ossia l’area intensiva e sub-intensiva. C’è una luce in fondo al tunnel, dobbiamo agire insieme”.

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