Aumenta fortemente la stretta del Governo sulle eventuali violazioni della quarantena e delle misure di isolamento sociale imposte per superare l’emergenza legata al coronavirus. Nei giorni scorsi quasi 100.000 denunce sono state effettuate secondo i controlli, ma chi dovesse farsi cogliere in fallo, senza autocertificazione e validi motivi per i suoi spostamenti, stavolta rischia grosso. Multe da 400 a 3000 euro per chi violerà le misure per arginare la diffusione del Covid-19 e una pena massima di 5 anni  di reclusione per chi da positivo al virus sarà trovato a violare la quarantena. Non è prevista la confisca di auto, non ci sarà dunque il fermo giudiziario per motociclette e veicoli, ma sicuramente non ce la si potrà cavare con qualche scusa come accaduto negli ultimo giorni. Il giro di vite è stato assolutamente importante, partito col divieto di spostarsi da una provincia all’altra in Italia, mentre ora si apriranno le porte del carcere per chi dovesse violare la quarantena nonostante la positività al coronavirus. Nella conferenza stampa in cui ha illustrato le ultime misure, il presidente del Consiglio Conte ha sottolineato l’importanza di mantenere strettamente le misure di isolamento sociale, unico modo per non permettere a Covid-19 di diffondersi.



ORLANDO: “PIU’ FACILE PUNIRE CHI NON AIUTA A CONTENERE IL VIRUS”

Il deputato PD Andrea Orlando su Twitter ha elogiato le misure intraprese dal Governo in un momento di estrema crisi per tutta la nazione: “Il Governo ha deciso, come auspicavamo, di rendere più efficaci e rapide le sanzioni per chi non aiuta a contenere il virus ed aumenta il pericolo per tutti. Ce la faremo se tutti insieme ci diamo una mano.” Questo il tweet di Orlando, mentre molto severa appare nel Decreto la norma per chi va in giro nonostante la positività al coronavirus: “Viene punito col carcere da uno a cinque anni chi è in quarantena perché positivo al Coronavirus ed esce intenzionalmente di casa violando il divieto assoluto di lasciare la propria abitazione”. Si commetterebbe dunque un vero e proprio reato contro la salute pubblica per comportamenti che a tutti gli effetti vengono considerati in grado di agevolare il diffondersi dell’epidemia. Sulla durata delle misure Conte ha rassicurato sulla data limite del 31 luglio, considerata al momento non in considerazione per risolvere un’emergenza dalla quale il Governo conta di poter uscire prima, auspicabilmente per l’inizio dell’estate.

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