Il coronavirus rischia di provocare dei danni sulla salute, dei danni economici, ed infine, psicologici. Proprio così perchè, come ci ripetono ormai da settimane gli esperti della mente, l’isolamento, lo stare lontano dai propri parenti, l’impossibilità di vivere una vita fatta di emozioni, rischia di provocare delle “lesioni” al nostro cervello. A sostenere questa tesi, così come molti altri colleghi, è Enzo Soresi, chirurgo specializzato in oncologia polmonare, che dopo aver lavorato per anni al Niguarda di Milano, ha scoperto la passione per la neurobiologia e la medicina integrata. Tra l’altro Soresi è stato da poco dimesso dal San Gerardo di Monza dopo essere risultato positivo al coronavirus. «Da un punto di vista dei rimbalzi a livello neuroendocrino – le sue parole a Il Giornale – c’è uno stress emotivo di difficile percezione, indotto anche dal bombardamento di informazioni». Quindi Soresi argomenta: «Se l’ isolamento durasse troppo a lungo pagheremmo danni neurobiologici importanti per la mancanza di relazioni, per l’ impossibilità di abbracciarci, di toccarci, di scambiare informazioni: noi viviamo di emozioni, sostenute da una serie di algoritmi nel cervello, che vanno rispettati e, se le perdiamo, siamo penalizzati a livello biologico».



CORONAVIRUS E I DANNI NEUROBIOLOGICI: “LO STRESS AUMENTA IL CORTISONE SERICO E…”

Come avviene questo processo? «Con lo stress – prosegue il professore – che porta all’ aumento del cortisone serico e, quindi, a uno stato di infiammazione cronico. Io stesso, in otto anni, sono passato da uno stato di infiammazione alto a uno basso, grazie alla dieta e all’ attività fisica quotidiana; ed è così che ho potuto affrontare la malattia in una condizione di infiammazione ridotta, e guarire, nonostante i miei ottant’anni. La vecchiaia è perdita di muscolo e infiammazione». L’ex medico del Niguarda spiega che in questo momento lo stress emotivo è aumentato di molto: «Certo: sono in isolamento, bombardato da informazioni che creano ansia, non posso neanche camminare… Lo stress cronico mi infiamma ancora di più». Un altro disagio è provocato indirettamente dall’udito: «L’ udito non ha problemi, sentiamo anche troppo», ma sentiamo silenzio e sirene: «E questo crea stress emotivo, attraverso l’ udito. È la biologia delle emozioni». Il senso più penalizzato in queste settimane di quarantena forzata resta comunque il tatto: «L’impossibilità di toccarsi e condividere pesa soprattutto per noi italiani, che stiamo insieme molto fisicamente. Il nostro organismo ha dei recettori periferici che entrano in contatto con le strutture più profonde del nostro cervello: è per questo motivo che le stimolazioni tattili, come nello shiatsu o nella terapia craniosacrale, si trasmettono a tutto il nostro corpo e ci rilassano così profondamente. Le situazioni di dolore del corpo sono spesso legate a conflitti emotivi non liberati». Per superare questo disagio è fondamentale fare attività fisica.

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