La cancellazione dei primi campionati europei per la pandemia da Coronavirus potrebbe far nascere un bel problema in seno alla Uefa: non ne abbiamo parlato nei giorni scorsi ma, adesso che in Italia e in altri Paesi gli allenamenti individuali stanno riprendendo e si parla concretamente o meno di ripartire, Champions League ed Europa League finiscono inevitabilmente sotto la lente di ingrandimento del calcio. Come sappiamo, il governo francese ha bloccato lo sport fino a settembre: questo ha inevitabilmente portato alla conclusione anticipata della Ligue 1 e della Ligue 2, tanto che il Psg è stato dichiarato campione e il Lione ha già annunciato ricorso per essere rimasto fuori dalle coppe della prossima stagione. Queste due società peraltro sono al centro del discorso di cui sopra: quale sarà il loro destino in Champions League?



Intendiamoci: per il momento è ancora tutto molto relativo. I fatti noti al momento ci dicono che il Psg è già qualificato ai quarti dopo aver eliminato il Borussia Dortmund mentre l’Olympique, che ha battuto la Juventus in casa, deve ancora giocare il ritorno degli ottavi. La Champions League, da calendario ipotizzato da Aleksander Ceferin, dovrebbe ripartire il 2 agosto per concludersi il 29: piccolo problema, il calcio in Francia è bloccato e dunque le due squadre non potrebbero eventualmente giocare in casa loro. Che fare? Il provvedimento del governo transalpino mette a rischio da subito anche il Lione che, nell’impossibilità di onorare l’impegno, potrebbe essere escluso a tavolino lasciando campo libero alla Juventus, che entrerebbe così tra le prime otto d’Europa per il quarto anno consecutivo.



CORONAVIRUS CHAMPIONS LEAGUE: IL CASO DI PSG E LIONE

Sembra una boutade, ma potrebbe essere: certo il problema potrebbe comunque essere bypassabile, prevedendo magari che le due squadre in questione giochino all’estero le loro partite oppure ottenendo una deroga speciale dalle autorità in modo da ospitare le gare casalinghe. Cosa che, al momento, sembra però complessa da organizzare anche dando per scontato che si giochi a porte chiuse (a quel punto il campionato non si sarebbe fermato). Curiosamente l’argomento riguarda solo questi due club, perché in Europa League non c’erano squadre francesi nemmeno ai sedicesimi mentre le rappresentanti di Olanda e Belgio (Ajax, Az Alkmaar, Bruges e Gent) sono state eliminate in precedenza. Tra l’altro, in queste due nazioni il discorso è ancora diverso: i rispettivi campionati sono stati interrotti per volere delle federazioni, dunque eventualmente se la Uefa riuscisse a portare avanti le competizioni i governi potrebbero permettere di giocare le partite.



Nello scenario in cui Psg e Lione possano invece giocare, le difficoltà sarebbero di altra natura: le due squadre infatti si troverebbero ad affrontare la Champions League a cinque mesi dall’ultima partita ufficiale, un periodo di tempo assolutamente superiore a quello di qualunque sosta e con due mesi di totale inattività (rimanendo stretti). Chiaramente la condizione non sarebbe ottimale, anche se forse chi avesse giocato ogni tre giorni (le nostre rappresentanti, eventualmente) non sarebbe poi messo meglio sotto un altro punto di vista; sono problemi che la Uefa non si pone al momento, nel senso che Ceferin ha semplicemente chiesto alle federazioni nazionali di presentare un piano per la ripartenza o la “giustificazione” delle qualificazioni alle coppe 2020-2021. L’argomento però tornerà di attualità nel momento in cui si riprenderà a giocare: a quel punto, potremmo anche vederne e sentirne delle belle…