Con la diffusione ormai incontrollata del coronavirus, crescono le teorie complottistiche, al momento assolutamente infondate, che vedono la Cina responsabile dell’epidemia per negligenza. Lo stato che maggiormente accusa Pechino resta quello degli Stati Uniti, che ormai da giorni sta ribadendo la propria tesi secondo cui il coronavirus sarebbe stato creato in un laboratorio di Wuhan, o comunque, sarebbe uscito in maniera incontrollata da un centro di massima sicurezza. Molti i documenti sospetti e i report spuntati come i funghi in queste settimane, a cominciare, scrive Repubblica, da due saggi pubblicati nel 2017 e nel 2019 da un biologo di Wuhan, tale Tian Junhua, che rivelò di essersi infettato per negligenza mentre stava effettuando delle ricerche sui pipistrelli. Sempre Repubblica riferisce di uno studio pubblicato e poi scomparso, di due scienziati cinesi in cui si leggeva «Il coronavirus probabilmente ebbe origine in un laboratorio di Wuhan. I livelli di sicurezza vanno rafforzati nei laboratori di biologia batterica ad alto rischio». L’articolo comparve per breve tempo sul sito ResearchGate, per poi sparire nel nulla. “Le richieste di accesso ai laboratori sono state negate – ricorda ancora il quotidiano – nel frattempo, se c’erano prove, Pechino ha avuto tutto il tempo per farle sparire. La verità forse non si saprà mai”.
CORONAVIRUS COLPA DELLA CINA? LA SCOMPARSA DELLA PAZIENTE ZERO…
A sostenere la tesi del governo americano vi è anche un rapporto dell’intelligence della Five Eyes, leggasi Usa, Canada, Inghilterra, Australia e Nuova Zelanda, sottolineato anche dal ministro della difesa britannico Ben Wallace. Si tratterebbe di un documento di quindici pagine in cui si legge, come riferisce Il Messaggero, il ruolo decisivo di Pechino nel ritardo con cui il mondo ha risposto al coronavirus. Sembrerebbe essere invece meno caldeggiata dall’intelligence l’ipotesi del laboratorio di Wuhan, tesi a cui fino ad oggi credono solamente gli Stati Uniti. Come dimenticarsi poi le numerosi sparizioni sospette in Cina da quando è scoppiata la pandemia, a cominciare da Huang Yan Liang, ricorda ancora Il Messaggero, una dottoressa che lavorava nel famoso laboratorio di Wuhan, che il governo cinese considera la Paziente zero, e che è sparita dalla circolazione così come la sua cartella clinica. Si sa inoltre che la dottoressa Shi Zhengli che dirige il suddetto Laboratorio di Virologia di Wuhan, stava effettuando dei test sulle feci di pipistrelli, e che uno dei cinquanta esemplari studiati corrispondeva al 96% al coronavirus attualmente in circolazione. Insomma, tanti sospetti, tante ipotesi di complotto, tanti misteri: chissà se un giorno sapremo veramente come sia andata, oppure, se non vi sia nulla da scoprire…