Nuove accuse nei confronti della Cina in merito all’epidemia di coronavirus. Numerosi siti internazionali, a cominciare dalla Cnbc e da Bloomberg, hanno riferito di come l’intelligence degli Stati Uniti pensi che Pechino abbia volontariamente sottostimato il numero di vittime da covid-19, di modo da ridimensionare al ribasso l’epidemia. Questo quanto emerge da un report dei servizi segreti a stelle e strisce commissionato dalla Casa Bianca, citato nelle ultime ore tramite fonti interne. Secondo le accuse oltre oceano, la Cina ha fornito una “cronaca pubblica incompleta”, e i numeri pubblicati in merito a infetti e decessi “sono falsi”. Secondo quanto riporta Bloomberg, c’è sempre stato un forte scetticismo nei confronti dei numeri reali dell’epidemia cinese, che attualmente conta circa 3300 vittime, e 82mila infetti; numeri ridotti se si pensa che negli Stati Uniti, a praticamente un paio di settimane dalla diffusione del virus, siamo già a quota 189mila casi e più di 4mila decessi.
CORONAVIRUS, INTELLIGENCE USA VS CINA: “MANCANO MOLTI DATI…”
Il governo cinese ha conteggiato il numero di vittime, scrive Bloomberg citando il report dell’intelligence Usa, escludendo tutte quelle persone asintomatiche, aggiungendo poi 1500 casi in più al suo totale. A sollevare molteplici dubbi, le foto delle migliaia di urne che sono state fotografate fuori dalle case funerarie nella provincia di Hubei, e che hanno fatto il giro del mondo e dei social: possibile quindi che i morti siano solo 3300? “La comunità medica – le parole dell’immunologa del Dipartimento di stato, Deborah Birx, in una conferenza tenuta ieri – ha interpretato i dati cinesi con l’idea fosse un cosa seria, ma più piccola di quanto ci si aspettasse. Perché penso che probabilmente ci mancasse una notevole quantità di dati, ora che vediamo ciò che è successo in Italia e in Spagna”. Quella dell’intelligence Usa è solo l’ultima accusa mossa nel confronto degli amici cinesi, e nelle scorse settimane sono stati molti coloro che hanno puntato il dito ad oriente, a cominciare da Taiwan, che ha tirato in ballo anche l’Oms, “complice”, secondo il loro punto di vista, di aver sovrastimato l’epidemia forse volontariamente. La Cina ha sempre rimandato al mittente tali accuse, specificando di aver agito sempre secondo protocollo.