Gli esperti almeno su questo sono concordi: il rischio tra i più gravi e grandi, se non il peggiore, per l’emergenza Coronavirus riguarda gli ospedali per ora del Nord ma sul lungo termine anche per l’intera Europa. Da Lodi a Cremona passando per i centri più piccoli – come Codogno, ma non solo – mostrano le tante difficoltà per un’epidemia che porta tanti controlli, molti ricoveri e purtroppo anche personale contagiato che deve ovviamente essere sostituito: questa mattina l’infettivologo primario del Sacco Massimo Galli ha lanciato l’allarme, spiegando come appunto l’ospedalizzazione e i ricoveri (non solo per Covid-19 ma per tutte le altre patologie) siano il vero problema assieme ai risvolti economici dell’epidemia. I dati della Protezione Civile rielaborati dal GIMBE dicono che sui 1128 contagiati in Italia il 9,3% è ricoverato in terapia intensiva (ben 105) e questo rappresenta un fortissimo problema. Per questo motivo l’Oms (Organizzazione Mondiale Sanità) ha lanciato il seguente invito-proposta: «Nell’emergenza servono strutture ad hoc». Regione Lombardia e Comune di Milano avrebbero anche trovato già l’idonea struttura, ovvero l’ex ospedale militare a Baggio, quartiere nel nord-ovest della metropoli meneghina.



L’ALLARME OSPEDALI: MINISTRO BOCCIA “SUD È PRONTO”

L’assessore al Welfare e Sanità della Regione Lombardia, Giulio Gallera – oltre a richiamare medici in pensione per sopperire alla mancanza di numeri per coprire i turni negli ospedali – ha fatto sapere in mattinata «Milano Baggio potrebbe essere una buona soluzione dove poter ricoverare coloro che possono essere dimessi ma sono ancora positivi». Sempre il professor Galli aggiunge sul Corriere della Sera «Gli ospedali reggono con fatica a questa che è l’epidemia zero del millennio, per la nostra esperienza. Il problema principale è che centinaia di posti letto in rianimazione sono occupati da pazienti con coronavirus». In attesa delle misure illustrate dal Governo nei prossimi Decreti, il viceministro della Sanità Pierpaolo Silieri ha fatto sapere che i posti per i ricoveri in terapia intensiva possono aumentare: «I posti negli ospedali destinati alla terapia intensiva sono al 90% oggi già occupati ma, in caso di bisogno, possono essere aumentati anche di migliaia. Qualcuno che ha un’altra patologia ad esempio – ha aggiunto il viceministro a SkyTg24 – può essere spostato in altre regioni dove non c’è epidemia». Sulla stessa linea il Ministro per gli Affari regionali e l’autonomia, Francesco Boccia: «In questo momento il nostro pensiero va alle regioni più in difficoltà, la Lombardia sta mettendo tutti i posti di terapia intensiva a disposizione, e quelle regioni devono sapere che tutto il mezzogiorno è a disposizione». In una intervista esclusiva al Sussidiario.net il membro del comitato esecutivo dell’Organizzazione mondiale della sanità e consigliere del ministro della Salute Speranza, Walter Ricciardi ha sottolineato sul tema ospedali «95% dei pazienti guarisce? Il problema è il 95% di che cosa: se questi pazienti sono pochi, allora si può in qualche modo gestire, ma se è il 95% di una cifra enorme, alla fine le strutture assistenziali vanno in tilt e quindi non c’è più la possibilità di assistere tutti adeguatamente. Noi dobbiamo assolutamente contenere il denominatore, cioè far sì che il numero dei pazienti non aumenti».

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