L’emergenza Coronavirus

nel nostro Paese, come del resto in tutto il mondo, si accompagna al fiorire di tutta una serie di “bufale” e fake news sull’argomento che riguardano non solo la possibile genesi dell’epidemia in quel di Wuhan, in un curioso mix di fantapolitica e complottismo, ma pure le presunte spiegazioni sul perché non esisterebbe ancora un vaccino, sul modo in cui il Covid-19 si diffonde e anche su sistemi fai-da-te o casalinghi per scoprire se si è stati contagiati o ancora per “immunizzarsi”. In una nuova stretta contro questo proliferare di notizie false e in alcuni casi per giunta pericolose per l’incolumità dei cittadini, il Ministero della Salute ha pubblicato di recente sul proprio portale (a questo link) una nuova infornata (per quello che è il quarto appuntamento) di falsi miti e notizie prive di fondamento tra cui quella secondo cui esisterebbe un metodo infallibile per sapere se si è positivi o meno: basterebbe secondo alcuni infatti pungersi un dito come quando si misura la glicemia ed esaminare il colore del sangue fuoriuscito dal polpastrello per scoprirlo dato che in presenza di tonalità scure, anziché rosso vivo, si è affetti da Coronavirus.



CORONAVIRUS, LA BUFALA: “IL COLORE DEL SANGUE RIVELA SE SI E’ POSITIVI”

Ovviamente tutto ciò è falso

ma vale la pena ribadirlo, seguendo anche le linee guida e le spiegazioni fornite sul sito dello stesso Ministero: infatti, almeno al momento e certamente con la possibilità che in futuro vi siano degli sviluppi in tal senso, non esiste al mondo alcuna evidenza scientifica su una possibile correlazione tra il sangue umano o il suo colore e la certezza di aver contratto il virus. A tal proposito, oltre all’incontrollato flusso di informazioni che circolano liberamente sui social network e vengono ri-condivisi anche da pagine importanti e con centinaia di migliaia di follower, ha contribuito alla diffusione di queste fake news forse anche l’emergere di nuovi tipi di esami anche molto veloci e su cui tuttavia la comunità scientifica italiana ha espresso le sue perplessità, come ad esempio il test che analizzando due gocce di sangue prelevate dal dito garantirebbe in poco più di 10 minuti la conferma o meno della positività. Il problema è che questi test sono inaffidabili (e si sta parlando di soluzioni comune messe a punto da importanti aziende del settore farmaceutico e sanitario) o comunque non sempre attendibili nei risultati: figurarsi dunque quanto lo sia effettuare una diagnosi casalinga scrutando il colore del sangue appena fuoriuscito dal polpastrello e decidere in base a una palette cromatica se si è stati infettati o meno…



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