Gaston Zama de Le Iene ha incontrato alcuni complottisti convinti che il Coronavirus sia solo un’invenzione. Questo gruppo di esponenti ha le idee molto chiare: “il Covid-19 non esiste, il virus è il 5G”. Rosario Marcianò è il precursore delle scie chimiche in Italia e autore di “Attacco dal cielo” che sulla diffusione del Coronavirus ha precisato: “la situazione è stata preparata da lungo tempo” che nella sua casa di Sanremo vive senza riscaldamento e applica sulle finestre delle pellicole protettive. Marcianò è una celebrità anche sui social dove condivide il suo pensiero contro il sistema “sui media nazionale vedo solo la versione ufficiale con l’elenco dei morti e feriti. Tutte le notizie alternative che ci sono sulla rete che vengono del tutto insabbiate, sono dell’opinione che le conseguenze derivanti dall’uso intensivo del 5G vengono coperte con la storia di questo Covid-19”. Non solo, l’uomo non nasconde di non essere minimamente preoccupato da questa pandemia: “non ho alcuna paura di prendermi questo virus” e punta il dito contro il 5G: “ha le microonde che noi usiamo per cuocere il pollo, noi possiamo essere dei polli che vengono leggermente cotti”. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)



Le Iene, il servizio di Gaston Zama sui complottisti del Coronavirus

Il variegato universo complottista è concorde almeno su un punto: dietro la pandemia di coronavirus c’è qualcosa di molto più oscuro di un semplice virus. Per molti, ad esempio, la causa di tutto è da ricondurre nientemeno che al 5G. Di questa tesi alquanto strampalata si è occupato Gaston Zama, inviato de Le Iene Show, che su Instagram ha presentato il suo lavoro in questi termini: “Ragazzi questa sera andrà in onda il primo servizio di una serie che ho dedicato all’universo del complotto che in questo momento mette al proprio centro il covid19. In questo primo episodio parlo nello specifico della tesi cospirazionista secondo cui il virus responsabile della pandemia non sarebbe questo coronavirus, bensì il 5G! Una teoria complottistica che forse più di mille altre uscite in queste settimane sembra aver convinto parecchia gente, specie qui sui social“. Zama continua: “In questi mesi oltre alla pandemia, tutti noi abbiamo dovuto fare i conti anche con la conseguente infodemia. Un bombardamento di breaking news mai visto prima. Notizie e comunicazioni spesso smentite un quarto d’ora dopo. Una schizofrenia mediatica senza precedenti nella storia della comunicazione. Un caos in cui orientarsi è stato, ed è difficilissimo e senza rendercene bene conto può capitare di ritrovarsi in una selva oscura… e oltretutto in nostro soccorso nella penombra non s’intravede Virgilio, ma ci appare una notifica sul telefono, l’ennesimo video inoltratoci da un amico su whatsapp o un link che ci porta a youtube con il tizio di turno che parla sottotitolato e dice cose i cui contenuti possono gettare incertezza sulle nostre poche certezze. Ed è proprio in questo humus d’incertezza che il complottismo ha proliferato come i funghi dopo la pioggia. Perché davanti a qualcosa che fino a qualche mese fa si ignorava, scienziati e studiosi a parte, si è più o meno tutti ignoranti. Nessuno di noi per fortuna aveva mai affrontato una pandemia, e ritrovarsi da un giorno all’altro davanti a qualcosa di sconosciuto, per lo più invisibile, ha destabilizzato un po’ tutti. Tutti tranne i complottisti, che da subito con certezza granitica, saltando da un tesi all’altra hanno composto i loro puzzle da 10.000 pezzi ed in uno di questi il disegno che ne viene fuori è un’enorme sigla: 5G“. (agg. di Dario D’Angelo)



CORONAVIRUS COLPA DEL 5G? LE DUE TESI DEI COMPLOTTISTI

Tra le tante teorie del complotto venute a galla di pari passo con la diffusione del coronavirus ce n’è una particolarmente curiosa: quella che vorrebbe il 5G come responsabile della pandemia. Si tratta ovviamente di una fake news, come avrà modo di illustrare Gaston Zama nella puntata di oggi de Le Iene Show in onda a partire dalle 21:15 su Italia Uno. Ma su quali basi poggia allora il convincimento di moltissime persone, in Italia e nel mondo, che vedono nella tecnologia 5G una nemica della salute? Basti pensare ai raid verificatisi nelle scorse settimane nel Regno Unito, dove decine di persone hanno preso di mira le antenne e le stazioni radio dandogli fuoco (bruciando peraltro una torre per la connettività 2G, 3G e 4G) e arrivando anche ad importunare dei tecnici che stavano semplicemente facendo il loro lavoro e si sono visti accusare di “uccidere tutti” a causa delle loro installazioni.



CORONAVIRUS COLPA DEL 5G?

La tesi perorate dai complottisti anti-5G sono prevalentemente due: la prima è che le frequenze abbiano l’effetto di sopprimere il sistema immunitario delle persone esponendole maggiormente al rischio in caso di malattia. La seconda, se vogliamo, è ancora più ardita e sostiene che i virus possano propagarsi attraverso le onde radio. Entrambe le teorie non trovano alcuna evidenza scientifica a loro sostegno. Del resto basta osservare la diffusione del coronavirus in Paesi come Giappone ed Iran che il 5G non lo hanno attivato per rendersi conto che a propagare il contagio non sono di certo le onde radio. Trattandosi di onde che si trovano nell’estremità a bassa frequenza dello spettro, esse producono soltanto radiazioni “non ionizzanti”, ovvero che al contrario di quelle ionizzanti (come i raggi X) non possono danneggiare il DNA all’interno delle cellule. Ben prima dello scoppio della pandemia era stato l’ISS nel ‘Documento divulgativo sui rischi per la salute connessi al 5G’ ad ammettere che “le conoscenze scientifiche sugli effetti a lungo termine delle onde millimetriche provengono da un numero di studi molto più limitato rispetto alle frequenze attualmente utilizzate in quanto le applicazioni sono finora state più rare” ma al momento nulla suggerisce che il coronavirus si sia diffuso a causa di questo tipo di tecnologia. I dubbi della scienza, insomma, non costituiscono la prova di una teoria ardita e tutta da dimostrare.