C’è stato un ritardo iniziale nel bloccare le vie di contagio. Il virus al momento contrastabile solo con quarantena è filtrato dal focolaio iniziale e ora le istituzioni devono prendere misure eccezionali a vasto raggio per un contenimento di “seconda linea” creando in tal modo un effetto di amplificazione comunicativa del pericolo attraverso la visibilità delle misure preventive. La stessa cosa è successa in Cina.
Tale annotazione serve all’analisi dell’impatto economico: bisogna calcolare i danni dovuti alle misure di contenimento ed al loro effetto sulla psicologia di massa, cioè ad una “catastrofe comunicativa”. Le ricerche in materia fanno intendere, da un lato, che questa tende ad essere breve, ma, dall’altro, che mentre è in corso ha effetti intensi di blocco sulle attività economiche.
Il calcolo per l’Italia ha due livelli. Effetti sull’export dovuti al (semi)blocco del mercato cinese, sia diretti sia indiretti. Ed effetti interni: calo del turismo dalla Cina (circa 2.300 euro di spesa media per ogni turista); blocco delle produzioni in alcune zone; riduzione delle frequentazioni di luoghi pubblici e dei trasporti, ecc. Inserendo nello scenario italiano anche la tendenza recessiva precedente, al momento si può stimare che se l’emergenza iniziasse ad esaurirsi entro due o tre settimane, allora il rischio sarebbe una perdita complessiva potenziale di circa 8-9 miliardi, equivalenti allo 0,5% del Pil italiano. Se i tempi si allungassero, colpendo la stagione turistica e intere aree produttive, l’impatto sarebbe maggiore, ora non calcolabile.
Ma assumiamo lo scenario migliore perché è al momento il più probabile. La priorità è evitare che il calo temporaneo degli affari produca crisi di impresa. Per riuscirci le aziende devono poter accedere a liquidità “tampone”. Pertanto la prima misura è la creazione di un ampio fondo di garanzia statale (e regionale) per il credito alle imprese, in particolare per le piccole, compresi negozi, ristoranti e bar. La seconda è il rinvio e rateazione lunga delle tasse per le aree sottoposte a blocco ed eventualmente a quelle turistiche. Altre misure utili sarebbero: la richiesta alla Bce di iniezioni speciali di liquidità alle banche e all’Ue di lasciare più spazio di bilancio all’Italia per interventi straordinari.
Tali misure potrebbero evitare sia un Pil negativo a fine 2020 sia la distruzione di molte imprese. Ma il governo deve sbrigarsi ad attuare le misure anticrisi che sta studiando.