Maria Falcone è una delle tante persone che dopo aver appreso della chiusura della Regione Lombardia per l’emergenza Coronavirus ha deciso di tornare nella sua terra natale. Maria ha 20 anni, è una studentessa universitaria alla Bocconi e al quotidiano Il Mattino ha scelto di tornare nella sua Eboli. Lo ha fatto però seguendo le regole, ovvero mettendosi in autoquarantena al fine di essere certa di non aver contratto il virus e tutelare così la sua famiglia. Dopo la quarantena volontaria, è arrivata la decisione di tornare al Sud, in concomitanza con la chiusura della Lombardia ed altre 15 province. In merito, il Viminale ha fatto chiarezza sul modo opportuno per potersi muovere in questo momento particolarmente delicato per il nostro Paese. Oltre ai controlli in aeroporti, stazioni e caselli autostradali, occorre l’autocertificazione per i cittadini che si spostano. Ed è previsto il carcere per chi viola la quarantena. Sono queste le direttive inviate dal Viminale ai prefetti. Intanto, chi si sposta potrà farlo solo se motivato “da esigenze lavorative o situazioni di necessità o per motivi di salute da attestare mediante autodichiarazione attraverso la compilazione di moduli forniti dalle forze di polizia”, spiega il Viminale. Anche le autocertificazioni potranno essere soggette a controlli.



COME TORNARE AL SUD SEGUENDO LE REGOLE

Tuttavia vige il “divieto assoluto” senza alcuna eccezione per coloro che sono sottoposti a quarantena o risultati positivi al Coronavirus. I passeggeri in entrata ed in uscita dalle stazioni saranno sottoposti a termoscanner e così anche negli aeroporti. Ma come comportarsi una volta giunti al Sud dopo aver lasciato la Lombardia o una delle province attualmente chiuse. Intanto è necessario contattare le autorità della città di destinazione e proprio la giovane Maria ha spiegato l’importanza di rientrare rispettando le regole, proprio come ha fatto lei: “Noi abbiamo chiamato la polizia municipale di Eboli per lasciare loro il mio nominativo, comunicando il mio ingresso in città. La Asl mi ha detto che, non avendo sintomi, non era necessario effettuare il tampone. Ora devo rimanere in quarantena ad Eboli per altri quattordici giorni”. Quarantena obbligatoria con sorveglianza attiva e obbligo di comunicazione alle autorità competenti per tutti coloro che arriveranno in Calabria, Puglia, Basilicata e Campania, ma anche in Sardegna, Lazio e Toscana.



REGOLE, REGIONI PER REGIONI

Ciascuna Regione ha istituito le misure per coloro che arrivano al Centro-Sud dalla zona arancione. Gli obblighi in generale sono sempre gli stessi: per chi arriva dalla zona arancione vi è l’obbligo di comunicazione al medico di medicina generale o al numero verde istituito dalla Regione nonché la quarantena domiciliare per 14 giorni. Per la Basilicata è stato istituito il numero verde 800 99 66 88. L’ordinanza prevede inoltre anche il divieto di spostamenti e/o viaggi e di rimanere raggiungibili per le attività di sorveglianza. Per la Calabria il numero verde è 800 76 76 76. Saranno poi i dipartimenti di prevenzione delle rispettive Asl a comunicare le informazioni ai soggetti posti in quarantena o isolamento domiciliare. Medesime misure anche in Campania e Lazio (quest’ultima Regione ha istituito il numero verde 800 118 800), dove è prevista permanenza domiciliare, il divieto di spostamenti e viaggi e di rimanere raggiungibile per ogni eventuale attività di sorveglianza attiva. Segue le medesime regole anche la Puglia, la Sicilia e la Toscana, dove per tutte vale la quarantena obbligatoria e l’obbligo di comunicazione al proprio arrivo.

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