14 giorni per far fronte alla crisi con il Consiglio UE chiamato a comprendere se davvero si potranno ottenere degli aiuti per i paesi che più di altri sono stati colpiti dall’emergenza coronavirus. Il documento redatto, approvato da tutti i 27 Paesi dell’Unione, non menziona il famigerato Mes e stabilisce che la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen in accordo con il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, possano presentare entro due settimane proposte di lungo periodo, vagliate dai Ministri delle Finanze dei 27. Una riunione tesissima con il presidente del Consiglio italiano, Giuseppe Conte, che aveva rispedito al mittente la prima bozza che prevedeva il ricorso al Mes e a strumenti ritenuti ormai sorpassati vista l’attuale condizione. Ha dichiarato Conte: “Se qualcuno dovesse pensare a meccanismi di protezione personalizzati elaborati in passato allora voglio dirlo chiaro: non disturbatevi, ve lo potete tenere, perché l’Italia non ne ha bisogno. Impossibile pensare a una mutualizzazione del debito pubblico. Ciascun Paese risponde per il proprio debito pubblico e continuerà a risponderne. L’Italia ha le carte in regola con la finanza pubblica: il 2019 l’abbiamo chiuso con un rapporto deficit/Pil di 1,6 anziché 2,2 come programmato. Le conseguenze del dopo covid-19 vanno affrontate non nei prossimi mesi ma domani mattina“.



IL SOSTEGNO DI SPAGNA E FRANCIA

Decisivo per le posizioni di Conte il sostegno di Spagna e Francia, con Sanchez che da subito aveva appoggiato il premier italiano nel respingere la bozza presentata dai paesi del Nord Europa, Germania in tesa. Angela Merkel aveva preso la parola alla fine del Consiglio, spiegando: “Non abbiamo parlato nello specifico delle condizionalità o meno del Mes. Rispetto all’ipotesi dei Coronabond ho spiegato che dal punto di vista tedesco noi preferiamo il Mes, come strumento, che è stato fatto per le crisi, ma non siamo andati nello specifico e adesso la questione passa ai ministri delle Finanze“. I Paesi del Sud Europa, compresa la Francia, chiedono una gestione della crisi completamente diversa rispetto a quella della Grecia, perché causata da forza maggiore come il covid-19, problematica alla quale peraltro nessuna nazione dell’Unione è estranea. Alla fine la linea dei falchi ha dovuto compiere un passo indietro, ci si aggiornerà tra due settimane. La nota finale del Consiglio “prende atto dei progressi compiuti dall’Eurogruppo e invita i ministri delle Finanze della zona euro a presentare proposte entro due settimane. Queste proposte dovrebbero tener conto della natura senza precedenti dello shock covid-19 che colpisce tutti i Paesi. La nostra risposta sarà intensificata, se necessario, con ulteriori azioni in modo inclusivo, alla luce degli sviluppi, al fine di fornire una risposta globale“.

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