Il Coronavirus condiziona ormai l’esistenza di tutti gli abitanti della Terra, modificandone sensibilmente le abitudini quotidiane e obbligandoli a rispettare alcune misure di igiene e sicurezza alle quali prima non si prestava troppa attenzione. L’Organizzazione Mondiale per la Sanità non ha esitato a definire il Covid-19 “una pandemia”, visto e considerato che ha ormai toccato tutti i continenti, eccezion fatta per l’Antartide, e si fatica davvero a prevedere la fine di un’emergenza tanto inattesa quanto infausta. Nel frattempo, il problema viene vissuto con angoscia anche negli ambienti della Chiesa e c’è in particolare un cardinale, Malcom Ranjith, arcivescovo di Colombo (capitale dello Sri Lanka), che non crede affatto nella casualità, anzi: è fermamente convinto che si tratti di un piano architettato nei minimi dettagli, di un vero e proprio complotto. Come riferito da lui stesso sulle colonne de “Il Messaggero”, il Coronavirus sarebbe stato creato in laboratorio dall’uomo stesso e le Nazioni Unite dovrebbero avviare un’indagine sino a giungere all’individuazione dei responsabili, processandoli per genocidio.
CORONAVIRUS, LA TEORIA CHOC DEL CARDINALE RANJITH: “PANDEMIA VOLUTA DA UNA NAZIONE RICCA E POTENTE”
Il cardinale Ranjith, come si legge sul quotidiano “Il Messaggero”, ritiene che il Covid-19 sia figlio “di sperimentazioni da parte di una nazione ricca e potente. Alcuni virus di cui parliamo in questi giorni sono il prodotto di sperimentazioni senza scrupoli. Dobbiamo mettere al bando questo tipo di sperimentazioni che portano al risultato della perdita di vita e causano dolore e sofferenze a tutta l’umanità”. Al di là delle inevitabili polemiche che queste dichiarazioni hanno suscitato, l’arcivescovo di Colombo ritiene di avere ragione e continua a perorare senza peli sulla lingua la propria causa: “Questi tipi di ricerche non si realizzano per persone nei paesi poveri ma in laboratori di paesi ricchi. Produrre queste cose è un crimine molto serio per l’umanità. Chiedo al Signore di arrivare a rivelare chi ha seminato questo veleno. Penso che le Nazioni Unite debbano attivarsi per capire come è nato tutto questo incidente e castigare i responsabili. Queste ricerche dovrebbero essere proibite”.