Un virus talmente sconosciuto, quello che sta causando la pandemia più grave dai tempi dell’influenza spagnola di cento anni fa, che si cerca ogni strada per capirlo, studiarlo, fermarlo. Una di queste, che ha fatto molto discutere, è che il coronavirus sia stato creato in laboratorio, sia cioè il prodotto di esperimenti umani. Non necessariamente a uso militare, ma anche per studi scientifici. Ma uno studio pubblicato sulla rivista Nature Medicine smentisce questa ipotesi: “Confrontando i dati genetici ad oggi disponibili per diversi tipi di coronavirus, possiamo risolutamente determinare che il SARS-CoV-2 si è originato attraverso processi naturali” scrive Kristian Andersen, dello Scripps Research Institute di La Jolla. Rimangono però i sospetti, ad esempio il fatto che il virus si “agganci” in maniera perfetta alle cellule umane tramite un uncino che sembra disegnato al laboratorio. Ne abbiamo parlato con il professor Enzo Tramontano, docente di Scienze biologiche all’Università degli Studi di Cagliari.



Cosa pensa della teoria secondo la quale il coronavirus sia stato creato in laboratorio e dello studio che smentisce questa ipotesi?

Il coronavirus è molto simile a quello del 2003, il Sars 1, ed è molto simile al virus dei pipistrelli. Personalmente, da quello che ho potuto studiare, non ho alcuna evidenza che sia stato costruito in laboratorio, non ho motivi per pensarlo. Mi sembra, dai report che ho letto, più ragionevole dire che ci sia stato un salto di specie attraverso un ospite intermedio che non è stato ancora identificato, come invece fu nel caso del Sars 1.



I salti di specie si possono prevedere? Sono qualcosa che in natura avviene casualmente o possono essere “manomessi” dalla mano dell’uomo?

I salti di specie sono rari, ma avvengono quando si  hanno concentrazioni di animali, come succede in Cina. Da noi è davvero difficile che possa avvenire.

Il fatto che in meno di vent’anni due virus mortali siano giunti dalla Cina cosa ci dice? Pura casualità?

Ci dice che probabilmente in Cina ci sono condizioni che favoriscono questi eventi. Basta vedere una foto di mercato umido dove si ammassano animali, in Italia le condizioni sono diverse. Innanzitutto non si vendono vivi, ma solo macellati e sempre controllati dal punto di vista igienico.



E’ possibile in qualche modo controllare le evoluzioni dei virus?

No. I virus hanno una elevata capacità di mutare, quindi può essere che acquisiscono la capacità di infettare un’altra specie.

Quindi non potrebbe essere stato “ingegnerizzato” in un laboratorio il genoma dei virus presenti negli animali in natura?

Certamente si può fare. Recentemente hanno ricostruito in modo sintetico il genoma di un intero batterio, figuriamoci se non si può fare con un virus, che è ancora più piccolo. Ma non abbiamo alcuna evidenza che sia avvenuto questo. Non possiamo neanche affermare, come ha detto qualcuno, che i danni ambientali causati dall’uomo porteranno a fenomeni sempre più frequenti di epidemie. Sono sempre gli animali a causare le infezioni.

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