Scordatevi i canti dal balcone, gli “andrà tutto bene”, e i gesti di solidarietà: se qualcuno potesse pensare che l’epidemia di coronavirus ci ha reso più uniti ed empatici, si sbaglia. A dimostrarlo è stata una ricerca realizzata da The Kaiser Family Foundation ripresa da «Quartz» e riportata nelle scorse ore dal Corriere della Sera. La survey fa riferimento alla popolazione degli Stati Uniti, e ad un campione di mille intervistati è stato chiesto come si comportano durante il lockdown, e se fanno delle eccezioni nel caso in cui dovessero vedere delle irregolarità da parte dei propri vicini. La risposta è stata che per la maggior parte rispettano le misure restrittive, ed inoltre, viene bocciato il comportamento dei propri dirimpettai nel caso in cui questi dovessero trasgredire le norme vigenti. Un risultato che sembrerebbe essere confermato anche in Italia, visti i numeri casi avvenuti negli ultimi due mesi. Si pensi ad esempio all’episodio di Olbia, dove un uomo ha pensato di raggiungere la seconda casa di Pittulongu per Pasquetta, nascondendo la moglie nel bagagliaio: peccato però che i vicini abbiano avvisato le forze dell’ordine.



CORONAVIRUS, VICINI “ACCUSATORI”, L’ESPERTO: “SIAMO SOLI”

A Montesilvano, provincia di Pescara, un runner è stato segnalato alle autorità sempre dai dirimpettai, e questi hanno visto la propria auto essere presa a martellata proprio dal corridore. Il docente all’Università di Padova e specialista in Psicologia della socializzazione, Massimo Santinello, sottolinea a riguardo: “In un primo momento abbiamo avuto bisogno di sentirci solidali gli uni con gli altri. Ma poi, complici la rabbia e la stanchezza, abbiamo capito che in realtà il nostro ideale di vicino rimane sempre quello che si fa i fatti suoi. Un vicino socievole e affettuoso è anche un vicino che si prende cura di te, che ti controlla. A suo modo insomma ti spia. Siamo davvero pronti a questo?”. Come dimenticarsi poi dei numerosi messaggi minatori ricevuti da infermieri e medici, definiti “untori” dai propri vicini, e invitati a stare alla larga dai residenti da Milano a Napoli passando per Lucca. A Rovigo, invece, è finita a secchiate di acque sporche fra due vicini che si accusavano l’un l’altro, mentre a Trento è stata segnalata una cena fra amici. “Il punto – prosegue Santinello – è che facciamo ancora molta fatica a stare nelle relazioni. Cosa che implica uno sforzo, un sacrificio. Questo, a mio avviso, spiega anche la diffusissima compagnia di animali domestici: sono relazioni facili, che non costano fatica”. Insomma, i tempi degli abbracci e dei sorrisi sembrerebbe essere già passati: “La questione è che siamo soli. Tanto soli – conclude il prof. – anche quando le tecnologie ci illudono di non esserlo”.

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