Capire se i danni polmonari e cardiaci prodotti dall’infezione da Coronavirus sono permanenti e quali sono i meccanismi biochimici alla base di questi effetti su cuore e polmoni: è l’obiettivo di uno studio multicentrico europeo coordinato dall’università di Parigi-Descartes, a cui partecipa anche l’ospedale Niguarda di Milano.
Ne parla l’agenzia Ansa, annotando che tra le complicanze cardiovascolari legate al Coronavirus ci sono sindrome coronarica acuta, tromboembolia polmonare, miocardite e potenziali effetti aritmici del trattamento medico. La necessità di fare ricerca su quanto accaduto fino a questo momento e sui possibili effetti a lungo termine del Coronavirus su cuore e polmoni ha spinto l’ospedale Niguarda a creare un apposito gruppo di ricerca – chiamato in inglese Niguarda COVID Research Group – che raccoglierà i dati sui circa 1000 malati di Covid-19 seguiti dal noto ospedale milanese.
Il Cardiocenter del Niguarda, sostenuto dalla fondazione De Gasperis, sta studiando i meccanismi biochimici alla base del danno cardio-vascolare, i mediatori dell’infiammazione e il ruolo della proteina spike, che apre la strada al Coronavirus nella cellula umana.
CORONAVIRUS, LA RICERCA SUI DANNI PERMANENTI AL CUORE
Uno dei ricercatori del Niguarda coinvolto in questo studio sugli effetti del Coronavirus sul lungo periodo è Alessandro Maloberti, che ha rilasciato alcune dichiarazioni riprese da Il Giorno: “Un punto caldo è quello degli effetti a lungo termine nei sopravvissuti all’infezione. Purtroppo non è ancora chiaro se vi potranno essere dei danni permanenti a livello polmonare, cardiaco e vascolare“.
Maloberti ha indicato anche tutte le difficoltà di una ricerca che indaga una malattia completamente nuova come il Coronavirus: “Fin dall’inizio della pandemia è apparso chiaro quante poche informazioni fossero disponibili e quante invece ne fossero necessarie, soprattutto se nei prossimi messi dovesse esserci una seconda ondata”, ha concluso il suo intervento.
Gli studiosi del Niguarda valuteranno la frequenza cardiaca quale marcatore della regolazione cardiaca da parte del sistema nervoso centrale e le sue variazioni nell’ambito del ricovero e nel successivo follow-up, e la risposta del sistema cardiaco e vascolare alla tempesta citochinica ed infiammatoria determinata dall’infezione, che potrebbe causare un irrigidimento dei vasi e del tessuto del cuore. Questi studi sono dunque fondamentali per cercare di capire quali effetti potrà lasciare il Coronavirus anche su coloro che ne guariscono.