Vincenzo De Luca, al pari del suo omologo Luca Zaia in Veneto, pensa a una nuova stretta per fronteggiare l’emergenza Coronavirus in Campania e nella consueta conferenza stampa show attacca anche le misure prese a livello nazionale chiedendo una vera svolta. Il Governatore campano, infatti, ha aggiornato in diretta Facebook i numeri del contagio nella sua regione sostenendo che oramai non è più l’ora delle “mezze misure, basta, chiudiamo tutto e militarizziamo l’Italia”: De Luca lancia una provocazione e chiede un nuovo giro di vite per fronteggiare una situazione che in Campania rischia di diventare esplosiva dato che secondo i dati in suo possesso si potrebbe arrivare a un picco di tremila contagi già all’inizio di aprile, numeri che fanno gelare il sangue delle vene in un territorio che non può permettersi tanti posti nei reparti di Terapia Intensiva come ad esempio la Lombardia. Inoltre il Governatore “sceriffo” (copyright dei suoi oppositori) è tornato ad attaccare col suo linguaggio pirotecnico gli atteggiamenti per così dire disinvolti di molti suoi corregionali che non rimangono a casa e mettono a repentaglio la salute di tutti.



CORONAVIRUS, DE LUCA: “BASTA MEZZE MISURE, MILITARIZZIAMO L’ITALIA”

Io non sono d’accordo col Governo nazionale ma il problema sono anche gli incivili, una bomba che può esplodere in pochi giorni” tuona De Luca che avverte pure che “se continua questo andazzo conteremo i morti e rischiamo di non avere posti in ospedale per ospitare i vostri padri e le vostre madri”. Infatti il Governatore in quota Pd punta il dito contro quelle che a suo dire sono le cause di aumento costante dei contagi: “Non solo il ritorno di tanti cittadini dal Nord Italia ma anche per l’inciviltà, l’irresponsabilità e la bestialità di componenti rilevanti della nostra società”. Inoltre nel corso della conferenza stampa De Luca è entrato anche nel merito annunciando le sue due prossime ordinanze: “Con la prima chiudiamo tutti i cantieri, eccetto quelli legati alle funzioni pubbliche essenziali e alle attività sanitarie, mentre la seconda riguarda l’interruzione delle attività di 550 comuni della Campania, salvo ovviamente tutti i servizi essenziali”.



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