L’Istituto Superiore di Sanità ha lanciato un decalogo anti-bufale da Coronavirus: forse può sembrare bizzarro, eppure in un periodo di pandemia e (purtroppo) ancora ampia diffusione del Covid-19 è lecito che emergano domande anche banali, e dunque è altrettanto sacrosanto che ci sia chi risponde. Sul sito dell’ISS dunque è comparso un modulo FAQ (“Frequently Asked Questions”, usando la dicitura inglese ormai entrata nel dizionario globale). Anticipiamo però che spesso le risposte date sono incomplete, nel senso che non se ne conosce l’effettiva esattezza: stiamo parlando di un virus nuovo, per il quale non esiste un vaccino e che anche per gli esperti si sta svelando giorno per giorno, o quasi. Così, è ampiamente possibile se non addirittura probabile che il decalogo venga aggiornato una volta che ci saranno aspetti più chiari.



CORONAVIRUS, IL DECALOGO ANTI-BUFALE

Un esempio del decalogo anti-bufale da Coronavirus riguarda la trasmissione del virus attraverso pane fresco o verdure crude: risposta, “la possibilità è poco probabile visto che la modalità di trasmissione è principalmente attraverso goccioline che contengono sezioni respiratorie o per contatto”. Tuttavia, si esplicita anche che “non vi sono informazioni” in merito; lo stesso riguardo la diceria che il Covid-19 si possa attaccare con la suola delle scarpe, un’ipotesi assolutamente peregrina ma che l’Istituto della Sanità non esclude, ritenendola poco probabile solo perché “il pavimento non è una delle superfici che normalmente tocchiamo”. Problema che si lega alle zampe dei cani: gli animali, in linea generale, possono trasmettere il Coronavirus? Non se ne conosce notizia, ma chissà…



Come detto, la diffusione del Coronavirus rappresenta ancora un territorio da esplorare nella sua totalità: un esempio riguarda l’età anagrafica dei decessi, perché quello che inizialmente si riteneva un virus letale solo per persone anziane o con patologie pregresse ha iniziato a colpire anche i giovani. Inevitabile dunque che anche l’ISS possa non avere risposte nette; giustamente il consiglio resta quello di osservare strettamente le norme igieniche. Come nel caso della domanda sulla necessità o meno di lavare indumenti e capelli una vota rientrati in casa: tecnicamente no se si è mantenuta la distanza di un metro, ma chiaramente farlo non è certamente sbagliato e rappresenta una prudenza ulteriore.

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