Perché si prende solo ora in considerazione l’ipotesi che il coronavirus non abbia un’origine naturale? Dopo mesi in cui chi forniva altre ipotesi veniva tacciato di complottismo, il caso è ufficialmente aperto e ci sono indagini in corso. Se ne stanno occupando le agenzie di intelligence americane. L’ipotesi che è si tratti di coronavirus di pipistrello modificato nel laboratorio di Wuhan, da cui poi sarebbe “uscito”, accidentalmente o meno. È quanto fanno trapelare funzionari del governo Usa. Si tratta di un’indagine ad alta tensione, infatti Robert Redfield, ex capo dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) ha ricevuto minacce di morte nei giorni scorsi per aver sostenuto la tesi che il Covid provenga appunto dall’istituto cinese. Stando a quanto riportato dall’Agi, il virus al vaglio è denominato RaTG13. Il suo nome è comparso per la prima volta in un report del dipartimento di Stato a gennaio.



In quello stesso mese il virologo Steven Quay ha pubblicato una ricerca in cui descrive tale virus come “un’entità non puramente biologica, ma che mostra evidenze di manipolazioni genetiche in laboratorio”. A maggio è stato ascoltato al Congresso. Era il 24. Due giorni dopo il presidente americano Joe Biden ha annunciato un’indagine da completare entro tre mesi sulle origini del coronavirus.



ORIGINE COVID, LE INDAGINI DEGLI 007 USA

Perché aspettare fino a maggio per arrivare ad una svolta? Lo spiega la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaky. “Il presidente ha in realtà chiesto alla comunità di intelligence di fare una valutazione, di avviare un’inchiesta interna, che gli è stata presentata a marzo”. Ma quando è stata completata ha chiesto di renderla pubblica, di diffondere le informazioni, un processo che richiede tempo. Inoltre, sono state presentate diverse opzioni per la comunicazione pubblica, quindi Biden ha deciso di procedere con un esame ancor più approfondito affidato a scienziati di laboratorio ed esperti, coinvolgendo diversi membri del team di sicurezza nazionale. Non ci sarebbe un ritardo, il fatto è che ora è stata resa pubblica tale indagine. “Chiaramente il presidente ha ordinato indagini interne, come avviene in continuazione. Raramente ne parliamo in pubblico. Ci siamo attivati per desecretarle ed è avvenuto all’inizio della sua amministrazione”, ha dichiarato Psaky, come riportato dall’Agi.



Un virologo americano che preferisce restare anonimo all’agenzia ha spiegato che non necessariamente RaTG13 è un immediato precursore di Sars-CoV-2, ma questo non ne riduce la rilevanza, visto che potrebbe fornire informazioni su modifiche e replicazioni. Ora anche le spie britanniche, che inizialmente avevano bocciato l’ipotesi di un’origine diversa da quella naturale, la considerano plausibile, secondo quanto riportato dal Sunday Times. Uno 007 britannico che ora lavora con l’intelligence americana su questo ha dichiarato: “Potrebbero esserci prove che ci portano in una direzione o nell’altra, ma i cinesi mentiranno in ogni caso, non credo che sapremo mai la verità”.